Aziende IT 2.0

Se parliamo di ICT e chiediamo a un interlocutore del settore, quali possono essere le nuove frontiere, le nuove strategie, le nuove soluzioni, le risposte che troveremo – con lievi differenze a seconda del settore di competenza – saranno sempre le stesse: «Cloud! Cloud! Cloud!». «Social Network». «Distretti». «Infrastruttura di Rete Nazionale». «Green». «App». «ICT al centro dello sviluppo del business». «Giovani della generazione digitale, fuori dal mondo del lavoro». Tutto ciò è assolutamente corretto e vero, ma resta come l’impressione di parlare per slogan e tendenze del momento che stiamo vivendo, di quanto si è interessati a vendere, e di non rendersi conto che quello che deve cambiare nell’era dell’innovazione non sono solo le nuove proposte, in termini di prodotti e servizi, ma soprattutto il modello complessivo di azienda.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il nostro settore può fare molto per il sistema Italia, in quanto può permettere lo svilupparsi dell’innovazione, dando spazio ai giovani talenti, cresciuti a pane e chip, che oltre ad avere altissime potenzialità hanno soprattutto una visione diversa della tecnologia, che non va più vista come un qualcosa a sé stante “al servizio di”, ma come parte integrante della vita quotidiana di ognuno di noi. Basti guardare l’esplosione avuta nell’utilizzo dei tablet da parte delle persone “normali”: non i tecnologi all’avanguardia su qualsiasi cosa (spesso anche inutile), ma la gente comune che ha oramai promosso la magica tavoletta ad appendice della propria persona, da portare sempre con sé, come nuovo oggetto prepotentemente presente nelle borsette delle signore accanto alle chiavi di casa.

Se quanto sopra è vero, dobbiamo allora fare un salto di qualità nel disegno delle aziende: v. 2.0, cioè aziende versatili e leggere, con persone in grado di lavorare ovunque siano (non il vecchio telelavoro che richiedeva comunque una postazione, anche se a casa), che sappiano offrire soluzioni fondamentalmente funzionali e non esclusivamente tecniche. Il settore IT deve diventare propositivo attraverso la realizzazione di due sfide: rivedere la strategia aziendale e permettere l’introduzione di nuove giovani leve su cui fare forza. Chi sopravvive alla crisi ha una marcia in più e le aziende IT devono cogliere l’attimo per fare dell’innovazione il punto di forza, avendo il dovere di proporre un nuovo modello di gestione che sia innovativo come i prodotti/servizi che propongono. L’errore più comune è che la maggior parte delle aziende IT si sente parte di un qualcosa di più complesso, che non si sente in grado di gestire autonomamente, mentre devono provare a trasformarsi nel motore stesso, promuovendo una nuova visione del business.

Leggi anche:  Kaspersky: Maura Frusone assume il ruolo di Head of B2B Sales

Anche sui temi della sicurezza, ritengo che l’approccio debba essere lo stesso: è necessaria una visione complessiva della situazione, prima di individuare le corrette soluzioni alle singole problematiche. In assenza di una visione d’insieme, è possibile risolvere solo lo specifico problema, spesso con soluzioni che “intralciano” l’utente finale, porgendo quindi il fianco ad affermazioni negative, che mettono in cattiva luce la sicurezza senza vederla, invece, come valore aggiunto. Con tale approccio, non dovranno più essere addotte giustificazioni del tipo “mancanza di budget”; lo scenario è assolutamente necessario e andrà costruito un po’ alla volta. Nonostante i crimini informatici abbiano superato le rapine in banca, è ancora lontana la parità delle risorse spese nella protezione e questo dà l’impressione che siamo stati superati dai fatti, senza neanche rendercene conto.

Il momento che stiamo vivendo è certamente difficile, ma le soluzioni non possono essere esclusivamente tattiche. Non è più sufficiente solo inseguire o rimanere a galla: è ora di “rivedere” una strategia vincente per le aziende 2.0.

Roberto Mignemi, ceo di Omnitech