Il successo internazionale di Axiante


Il Performance Management, la BI, anche in mobilità, l’Erp e la customer experience le aree applicative per il 2011. Quest’anno, oltre ai mercati esteri, nel mirino anche il made in Italy

 

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Nel 2010 Axiante (www.axiante.com), società di consulenza applicativa che lavora sia in Italia che a livello internazionale, ha visto una crescita di fatturato del 25% e una marginalità pari al 22%, senza contare l’incremento dell’organico che alla fine dell’anno ha superato i 50 consulenti. «Sicuramente è un risultato anomalo nel panorama nazionale – esordisce Romeo Scaccabarozzi, president di Axiante -, ma si spiega con il fatto che una buona metà del fatturato è realizzato su progetti all’estero, in parte in Europa centrale, ma soprattutto in Asia».

Le aree applicative principali in cui ha operato la società sono la BI e il Performance Management, realizzando enterprise datawarehouse nel settore energia e oil&gas, sia a livello nazionale che internazionale, «segmento – sottolinea Scaccabarozzi – che ha subito meno degli altri le conseguenze della crisi economica mondiale».

Anche per quest’anno Axiante conferma il focus sulla Business Intelligence, declinata nelle aree sales, marketing e human resource, e sul Performance Management (area economico finanziaria e controllo di gestione), «ma un’altra area su cui puntiamo nel 2011 è quella della customer experience, un “derivato” del Crm. Si tratta di realizzare applicazioni che permettano alle aziende di capire meglio le esperienze che i loro clienti hanno avuto o stanno vivendo acquistando un loro prodotto o servizio. Oggi è diventato molto importante per un’impresa conoscere molto bene cosa pensa il cliente. L’incentivo economico del prezzo ormai l’hanno usato o lo usano tutti e diventa, invece, determinante lavorare in modo eccellente sulla leva della qualità del servizio. Questo aiuta a fare il fine tuning del modello commerciale che poi l’azienda proporrà sul mercato».

Leggi anche:  La piattaforma MarTech di SAS si integra con l'IA generativa

Ma c’è anche un’altra area che Axiante valuta in fermento nel 2011: «A distanza di 10 anni da quando c’è stato il boom dei sistemi gestionale ed Erp – chiarisce Scaccabarozzi -, stiamo registrando un altro fenomeno interessante: molte aziende sono oramai convinte che l’Erp con cui gestiscono l’impresa necessita di una consistente rivisitazione, non più di piccoli aggiustamenti». In quest’ottica Axiante lo scorso anno ha aperto una practice SAP.

In un incontro dello scorso autunno Scaccabarozzi aveva fatto riferimento a un’ulteriore area di intervento, l’analisi testuale (Intelligent Text Analysis). È un mercato che si sta formando?, gli chiediamo. «Noi riteniamo di sì – risponde il president di Axiante -. Certo sono fenomeni che si sviluppano in diversi anni, ma le prospettive sono interessanti».

«Quello che invece già quest’anno potrebbe essere un fenomeno molto accelerato – riprende Scaccabarozzi – è l’utilizzo di dispositivi mobili per l’accesso ai dati di BI. È un tema che ci interessa molto poiché la Business Intelligence è un argomento che conosciamo davvero bene e lo spostare la BI da un consumo residenziale a un consumo mobile è un cambiamento tecnologico che suscita in tantissime imprese una grande curiosità. La voglia di capire come si potrebbe applicare, la riscontriamo in quasi otto responsabili IT su dieci».

Gli sforzi di Axiante, in questo segmento, sono finalizzati a rendere semplice la fruizione dei sistemi di BI sui device mobili, in modo che le applicazioni siano effettivamente utilizzate anche in mobilità, e a rivedere il modo di navigazione dei dati, in maniera tale che il loro trasporto sia ottimizzato in un contesto telefonico.

Leggi anche:  Breve storia dell’ingegneria dei dati. Linguaggi di programmazione e terreni minati

«Se aziende come noi faranno un buon adattamento della BI per il mobile, questo è un fenomeno che nel 2011 potrebbe avere un consistente sviluppo».

Anche nel 2011 il vostro fatturato dipenderà maggiormente da contratti internazionali? «No, quest’anno vogliamo operare maggiormente in Italia. Un settore su cui abbiamo deciso di puntare è il made in Italy, come per esempio il fashion, che produce in Italia, ma i cui prodotti sono principalmente venduti all’estero».