Il continuum computing di Intel


«Da un’azienda di chip dobbiamo trasformarci in fornitore di soluzioni di computing», ha detto Dario Bucci

«Le recenti acquisizioni (la divisione Wireless Solution di Infineon e McAfee le ultime in ordine di tempo, ndr) fanno parte di una strategia più ampia, non legata alla singola operazione – afferma Dario Bucci, country manager di Intel Italia e Svizzera (www.intel.it) -, sono parte della vision denominata continuum computing».

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«La prossima grande fase di mercato – spiega Bucci – sarà caratterizzata da una miriade di dispositivi interconnessi: nel 2015 saranno 15 miliardi e nel 2020 se ne prevedono 30, oggi sono 1 miliardo. E noi vogliamo avere un ruolo in questo scenario, vogliamo influire positivamente sulla user experience, fornendo una continuità di architetture dal server al device più disparato, in modo che il linguaggio di tutti i dispositivi sia univoco. In definitiva vogliamo espandere la leadership che oggi abbiamo sul Pc verso i sistemi collaterali».

Tre sono i pilastri fondamentali per lo sviluppo di questo scenario: prestazioni efficienti (buone performance, ma consumi contenuti), Internet in modalità wireless, sicurezza (considerando la non prossimità del dato rispetto al device utilizzato).

Questa vision, che per quanto riguarda la mobilità poggia sul processore Atom e le possibili derivazioni di sistema su chip specializzati unito agli sviluppi della partnership con Nokia relativi alla piattaforma software open source Meego, in agosto ha vissuto un’accelerazione grazie alle acquisizioni di McAfee che rafforza il pilastro sicurezza e della divisione Wireless Solution di Infineon che ha aggiunto competenze in area 3G e Lte.

«Da un’azienda di chip, come ha anche già affermato Otellini, dobbiamo trasformarci in fornitore di soluzioni di computing, senza trascurare il software», ha aggiunto Bucci. Un esempio di questa trasformazione è la joint venture realizzata con la parte health care di General Electric per sviluppare al meglio assistenza remota di malattie croniche.

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Tornando sull’acquisizione di McAfee il country manager ha sottolineato come sia stato un buon investimento poiché è una società ben posizionata sul mercato e ha aggiunto: «Come nel caso di Wind River, acquisita più di un anno fa, abbiamo deciso di lasciare alla società la sua indipendenza per salvaguardare meglio il suo business. Potrà offrire i suoi prodotti di sicurezza anche su piattaforme concorrenti. Intel trarrà vantaggio dall’integrazione di McAfee sulla sua piattaforma di silicio. L’attività congiunta darà i suoi frutti nei primi mesi del prossimo anno».

Andrea Toigo, technology specialist di Intel, ha poi accennato alle novità del recente Intel Developer Forum, dove sono state presentate diverse caratteristiche progettuali significative della nuova famiglia di processori Intel Core di 2a generazione. I chip, nome in codice “Sandy Bridge”, saranno basati sulla nuova microarchitettura Intel a 32 bit utilizzando transistor con gate metallici ad alta costante k (high-k) di seconda generazione. La famiglia di processori comprenderà una nuova architettura definita “ad anello” che permetterà al motore di grafica integrato nel processore di condividere risorse quali la cache, ovvero la riserva di memoria, con i core del processore per aumentare le prestazioni grafiche e di elaborazione dei dispositivi preservandone l’efficienza energetica. La disponibilità di notebook e Pc basati sulla famiglia di processori Intel Core di 2a generazione è prevista per l’inizio del prossimo anno.

Ciliegina sulla torta, Bucci ha concluso accennando a un progetto futuro che «in 10 anni ci porterà a sviluppare un computer che possa interpretare il pensiero, per poter cambiare il tipo di interazione uomo-computer».