CSC industrializza il Cloud


BizCloud consente di beneficiare dei vantaggi economici del Cloud pubblico soddisfacendo nel contempo i requisiti di sicurezza degli ambienti enterprise

 

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Fondata nel 1959, CSC (www.csc.com/it) è stata la prima società software a essere quotata al Nyse, nel 1968. È evidente che per restare competitiva per oltre cinquant’anni l’azienda, che nell’esercizio fiscale chiuso ad aprile 2011 ha registrato ricavi per 16 miliardi di dollari, ha sempre saputo interpretare correttamente, e spesso anticipare, i trend di un mercato in continua evoluzione come quello dell’ICT, oggi più che mai alla ricerca di soluzioni in grado di rendere i sistemi informativi più dinamici ed efficienti senza incrementare i costi. E il Cloud computing, di cui tanto si discute, ma di cui si contano ancora poche esperienze operative, almeno in Italia, è il paradigma che più di ogni altro risponde efficacemente a tali esigenze. Ne abbiamo parlato con Siki Giunta, global vice president Cloud computing & Cloud services di CSC, italiana e con oltre 20 anni di esperienza nelle aree operation, marketing e sales di aziende del calibro di Fortisphere, Managed Objects, Novell e Computer Associates.

«I nostri studi – ha affermato Giunta – mostrano come per alcune aziende l’unico Cloud possibile sia quello privato che, se totalmente customizzato, richiede tempi lunghi e offre vantaggi economici limitati, ponendo più domande che risposte. Fino a oggi queste aziende hanno dovuto rinunciare alla flessibilità di cui realmente necessitano e, soprattutto, al vero pay-per-use, tipico dei Cloud pubblici. Noi ci siamo posti l’obiettivo di superare questo ostacolo attraverso un nuovo servizio che abbiamo battezzato BizCloud, un Cloud privato “chiavi in mano” fatturato come servizio».

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La soluzione che CSC sta lanciando sul mercato, infatti, coniuga la privacy e il controllo tipici di un Cloud privato (tanto che la gestione può rimanere interna all’impresa) con la duttilità e il risparmio dell’as-a-Service, per cui si paga a consumo. BizCloud non richiede grandi investimenti né di tempo (è attiva in sole 10 settimane), né di denaro (la soluzione è completamente on-demand e non necessita di alcun costo fisso di implementazione), così da poter essere scelta da aziende di tutte le dimensioni.

Il servizio fornisce agli utenti tutte le componenti necessarie per un Cloud privato, preconfigurato, integrato e testato, direttamente on-premises e protetto dai firewall aziendali. I clienti usufruiscono del servizio pagando solo ciò che usano e possono scegliere tra diversi livelli di Service level agreement (Sla), provisioning e supporto. BizCloud, che verrà veicolata al mercato anche attraverso i canali di vendita diretta e indiretta di business partner altamente qualificati come Cisco, EMC e VMware, gestisce ogni tipologia di workload ed è scalabile on-demand verso l’alto e verso il basso. Il layer posto alla base di BizCloud è CloudCompute, la nuova architettura Infrastructure-as-a-Service (IaaS) di CSC, unica a essere certificata CSA (Cloud Security Alliance).

Volendo, gli utenti possono implementare anche un Cloud ibrido, ovvero continuare a gestire le applicazioni mission-critical on-premises attraverso BizCloud e usare, nel contempo, il Cloud off-premises per altri servizi, per esempio ambienti di testing e sviluppo. CloudCompute, un servizio VMware vCloud Datacenter, eroga capacità di elaborazione, storage e risorse di rete as-a-Service, supportando qualsiasi applicazione e, grazie a Sla e standard di sicurezza rigorosi, è estremamente efficace nell’hosting di ogni tipo di workload. L’infrastruttura di CloudCompute è costruita sulla piattaforma vBlock che combina i software di virtualizzazione VMware, i servizi di unified networking, security e computing di Cisco e le soluzioni di storage, sicurezza e management di EMC.

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Per consentire alle aziende di scegliere il livello di servizio più adatto alle proprie esigenze sono state studiate tre modalità di erogazione: Standard, Enterprise ed Enterprise Plus. «Tutte – conclude Giunta – sono addebitate come servizio, con modelli di rate standard, uguali per ogni tipo di Cloud, pubblico e privato, off e on-premises: in tal modo, le aziende possono scegliere la modalità più consona alle proprie esigenze e agevolmente distribuire e spostare i propri workload su quella ritenuta maggiormente idonea».

foto di Gabriele Sandrini