Eppur si muove

Le ultime indagini condotte da IDC evidenziano che rispetto al passato, il rapporto tra IT e business sta evolvendo verso una più stretta collaborazione. A cominciare dalle metriche di valutazione dei progetti IT

di Sergio Patano, Research & Consulting manager di IDC Italia 

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Sergio Patano, IT research & consulting manager di IDC ItaliaDa quando l’informatica ha messo piede all’interno delle aziende come strumento di lavoro, IT e business si sono trovati a dover gestire un confronto/scontro basato su necessità, priorità, flessibilità e ricerca di equilibrio che spesso li ha portati a chiudersi in un atteggiamento di difesa dei propri confini, perdendo di vista l’obiettivo comune: la crescita dell’azienda.

La ricerca dell’allineamento tra IT e business è al centro di discussioni, articoli, tavole rotonde ed eventi da oltre un decennio, ma mai come in questi ultimi anni il suo effettivo raggiungimento è diventato cruciale per il reale conseguimento del successo aziendale.

Il controllo – o meglio il taglio drastico – degli investimenti in Information and Communication Technology (ICT) negli ultimi cinque anni ha impattato sulle possibilità di buona parte dei dipartimenti IT di far evolvere la propria infrastruttura informatica in linea con le evoluzioni tecnologiche presenti sul mercato, e a cascata ha limitato le possibilità per le LOB (Line of Business) di sfruttare il massimo in termini di vantaggi competitivi. Considerando che sono ancora flebili i segnali di un’effettiva ripresa degli investimenti IT, diventa ancor più importante che le due anime dell’azienda (IT e business) si alleino e non solo si allineino per riuscire a ottenere il massimo dai propri investimenti, unendo se necessario non solo gli sforzi, ma anche i propri budget in vista di un obiettivo condiviso e comune.

Cambio di rotta

Le ultime indagini condotte da IDC evidenziano che rispetto al passato, il rapporto tra IT e business sta evolvendo verso una più stretta collaborazione. Anche se con percentuali di penetrazione ancora limitate, che per certi versi possono essere classificate solo come situazioni sporadiche, si sta comunque affermando la consapevolezza che la direzione da dare alle evoluzioni dell’IT non può prescindere dalla direzione che si vuole dare all’evoluzione del business. Contestualmente le aziende stanno prendendo sempre più coscienza che la crescita del business è legata a doppio filo all’implementazione di soluzioni informatiche efficaci ed efficienti che aiutino nella semplificazione dei processi e nell’implementazione di nuovi modelli di business.

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Per rispondere a queste esigenze, è necessario un cambio significativo della composizione del consiglio di amministrazione coinvolgendo direttamente i CIO nelle decisioni che riguardano le evoluzioni future del business.

Sebbene ciò avvenga ancora in modo non strutturato all’interno delle aziende, in particolar modo di quelle italiane, i continui colloqui che IDC ha con responsabili dei dipartimenti IT e LOB evidenziano che questo percorso di trasformazione è stato intrapreso. Non è più raro, infatti, trovare realtà nelle quali i CIO siedano se non “de jure” almeno “de facto” nei rispettivi consigli di amministrazione e compartecipano attivamente alle definizioni delle strategie più strettamente di business, proponendo soluzioni in modo produttivo e non più solo reattivo.

Il motore del cambiamento

Tale trasformazione tuttavia non è priva di ostacoli: il loro superamento è e sarà possibile solo grazie alla stretta collaborazione tra le due anime aziendali, che devono imparare vicendevolmente a muoversi in modo sincrono come un’unica entità, abbandonando la vecchia concezione di essere “nemici in casa” (IT vs Business), per arrivare a essere IT & Business.

In situazioni come queste è la direzione aziendale che deve imporre un messaggio chiaro e inequivocabile. Da una parte, l’IT aziendale deve diventare il motore del cambiamento, facendosi promotore dell’innovazione in azienda non solo da un punto di vista tecnologico, ma in questa nuova dimensione anche e soprattutto da un punto di vista dei processi di business: contribuendo cioè alla loro semplificazione e al loro ridisegno e di conseguenza mettendo in campo una serie di soluzioni che aiutino a incrementare la produttività. Dall’altra, il business non può più procedere al lancio di nuove iniziative senza aver coinvolto preventivamente il dipartimento IT, richiedendo in fase di pianificazione il suo apporto e supporto al fine di ottenere il massimo in termini di ritorno degli investimenti.

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Dal canto suo, l’IT deve anche mettere in atto un cambiamento sostanziale della propria infrastruttura, in grado di essere maggiormente flessibile, scalabile e reattiva. Obiettivo più semplicemente raggiungibile se si intraprende la strada di una sempre maggiore standardizzazione che renda la propria infrastruttura IT pronta all’adozione di nuovi modelli di sourcing più dinamici, che mettano l’IT nelle condizioni di diventare effettivamente un broker di servizi IT verso la propria azienda, in grado di valutare di volta in volta se la soluzione più adatta alle sempre nuove esigenze del business sia da ricercare internamente, facendo leva su tecnologie, soluzioni ed expertise presenti in azienda, piuttosto che esternamente, facendo leva su quello che il mercato è in grado di offrire. Tale obiettivo sarà tanto più facilmente raggiungibile quanto più IT e LOB comunicheranno tra loro utilizzando un linguaggio comune, superando di fatto quella che le indagini IDC indicano come essere il più duro ostacolo nell’effettiva ricerca dell’allineamento tra IT e business.

I primi passi

La corretta comunicazione è il primo passo affinché un progetto IT raggiunga i risultati sperati e porti miglioramenti e vantaggi anche per il business. In quest’ottica, il passaggio a un nuovo sistema piuttosto che l’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche deve avvenire nel modo più trasparente possibile nei confronti degli utenti finali, che devono essere coinvolti fin dal principio, nella fase di pianificazione e ingegnerizzazione della nuova soluzione, in modo tale che si sentano partecipi e attori del cambiamento, siano preparati a esso ed eventualmente adeguatamente formati. Inoltre, nel disegno e nella successiva introduzione di nuove soluzioni tecnologiche, l’IT deve sempre valutare se possibile di non impattare eccessivamente sul modo di lavorare, garantendo in questo modo una più semplice e veloce accettazione da parte dell’utente finale, riducendo i tempi di apprendimento e limitando i cali di produttività che il deployment di una nuova soluzione inevitabilmente porta con sé.

Questo cambio di prospettiva deve di conseguenza portare a una rivoluzione nelle metriche di misurazione di quelli che sono gli investimenti in ICT. Allo stato attuale, gli investimenti – nella maggior parte dai casi – vengono valutati solo ed esclusivamente con metriche strettamente legate alle sole performance delle soluzioni tecnologiche adottate, e cioè prendendo ad esempio in considerazione possibili riduzioni di costo legate a riduzione del numero di interventi di tipo manutentivo, piuttosto che tempi di latenza più ridotti o capacità elaborative più elevate. Indicatori di performance del front-end più strettamente legati al business aziendale vengono invece utilizzati da un numero di aziende sensibilmente inferiore.

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Valutare gli investimenti

Tuttavia, anche da questo punto di vista qualcosa sta cambiando, e anche velocemente. Rispetto a un recente passato, sono in forte crescita le aziende che dichiarano di avere adottato come metriche di valutazione degli investimenti IT indicatori più strettamente legati alle performance del business.

Ma c’è di più. Sebbene fino a qualche anno fa tali metriche fossero utilizzate solo congiuntamente a indicatori di performance del back-end legati all’IT, le ultime analisi condotte da IDC evidenziano come sia in forte aumento il numero di aziende che ora le utilizza come principale se non unico strumento di valutazione. Nello specifico, il 13% di un campione di aziende di medio grandi dimensioni analizzato da IDC dichiara di avere metriche legate al business come unico strumento di valutazione dei progetti IT. Sono quindi sempre più le aziende che considerano un progetto IT di successo solo ed esclusivamente se ha successo anche il progetto di business cui esso è strettamente collegato, sia questo una campagna di marketing o di comunicazione piuttosto che un progetto di supporto alla vendita.

La strada verso questo cambiamento è sicuramente lunga, ma le aziende che l’hanno intrapresa dichiarano di essere in grado di rispondere più velocemente ai continui cambi di direzione che un mercato come quello contemporaneo impone, anticipandone i trend, incrementando la fidelizzazione dei clienti e traendo notevoli vantaggi competitivi.