CA Technologies: largo ai giovani


Uno studio condotto da NetConsulting indaga sfide e opportunità legate all’ingresso nel mondo del lavoro dei nativi digitali, i cosiddetti

È vero che le mentalità di generazioni diverse sono impenetrabili l’una all’altra, come molti filosofi e poeti hanno scritto, in epoche diverse? Forse si, ma questo non vuol dire che non si possano cercare punti di contatto, terreni condivisi in cui esperienza ed entusiasmo trovino una sintesi in grado di moltiplicare le energie. Applicato ai tempi moderni, qual è, oggi, il solco più grande che divide le generazioni passate da chi è nato a cavallo tra il secondo e il terzo millennio? Sicuramente l’approccio alle tecnologie digitali, vissute ancora quasi come una novità da chi è nato nella seconda metà del Novecento, ma date per scontate da tutti coloro che non hanno vissuto l’era pionieristica dell’informatica distribuita. Due approcci culturali molto diversi tra loro, che, però, devono imparare a convivere.

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Per aiutare le aziende a capire e affrontare al meglio queste tematiche, CA Technologies (www.ca.com/it), società di software e soluzioni per la gestione dell’IT con esperienza e know how in tutti gli ambienti – sistemi mainframe, distribuiti, virtuali e Cloud -, ha commissionato a NetConsulting (www.netconsulting.it), primaria società di consulenza italiana specializzata sui mercati informatici e delle telecomunicazioni, un’indagine tesa ad analizzare l’uso che i Millennials, ossia i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, fanno delle tecnologie e il grado di maturità delle aziende, in termini di dotazione tecnologica e modelli organizzativi, nel recepire e integrare le aspettative delle nuove leve all’interno della propria organizzazione. Condotta tra il febbraio e l’aprile di quest’anno, la ricerca ha coinvolto 280 studenti delle facoltà di Economia e Ingegneria di primarie Università italiane e 148 manager di aziende di dimensioni medio-grandi. «I risultati sono molto interessanti – assicura Fabrizio Tittarelli, chief technology officer di CA Technologies Italia -; dalle risposte che i ragazzi hanno dato agli intervistatori, studenti facenti parte dell’associazione Jeme, emerge il quadro di una generazione di futuri knowledge worker fortemente orientata all’uso di dispositivi IT in mobilità che utilizzano in maniera intensiva gli strumenti social e le Cloud pubbliche per pianificare la giornata, sia per quanto riguarda lo studio, sia per il tempo libero. Le aziende, da parte loro, sanno che il capitale umano dei Millennials è elevato, ma al tempo stesso, sono preoccupate, perché l’impatto della nuova modalità di fruizione delle tecnologie digitali da parte dei giovani avrà conseguenze notevoli sulle infrastrutture esistenti, soprattutto in termini di sicurezza e governance».

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Tecnologia amica

Per capire quanto pervasiva sia la tecnologia presso i Millennials bastano pochi dati: l’88% del campione, per esempio, possiede un notebook portatile e lo utilizza più volte al giorno, il 71,1% un cellulare anch’esso utilizzato diverse volte al giorno, il 69,3% una webcam, utilizzata alcune volte alla settimana, il 52% uno smartphone… «Questi ragazzi – commenta Tittarelli – si aspettano di trovare anche nel contesto lavorativo gli stessi strumenti e le stesse modalità d’uso, semplici e immediate, cui sono abituati: tale predisposizione può essere messa a frutto positivamente dalle aziende che in passato hanno dovuto sostenere l’onere della formazione e del trasferimento di know how che oggi è in larga misura built in, già ampiamente metabolizzato da chi ha meno di 30 anni». La grande familiarità che hanno i giovani con i principali strumenti software che hanno contribuito ad automatizzare e facilitare il lavoro d’ufficio, unita a una forte propensione alla mobilità, all’autogestione e alla flessibilità, possono tradursi, per le aziende, in vantaggi concreti in termini di riduzione di costi fissi, snellimento dei processi produttivi e capacità di cogliere e anticipare i trend di mercato. «Uno degli asset più interessanti che i giovani portano nelle aziende – dice ancora Tittarelli – è, in chiave di marketing, il valore culturale di risorse già sintonizzate con gli stili di vita emergenti. La familiarità con i social network e con i blog ha abituato i giovani alla condivisione, rendendoli particolarmente adatti a inserirsi in un contesto di relazione con il mercato che privilegia una interazione continua fatta di comunicazione visiva e reattività».

 

Nuove sfide per l’IT aziendale

Ma le aziende sono pronte ad adattare l’organizzazione interna e le infrastrutture IT alle esigenze dei Millennials? Si e no. Se il 43% del campione pone un’attenzione crescente all’incremento dei team cross funzionali, solo il 32,4% progetta di ridisegnare i processi in modo da garantire un utilizzo di skill e risorse indipendentemente dal luogo fisico di lavoro, e ancora meno (14,9%) di introdurre modalità di lavoro più flessibili, il che si scontra con la preferenza espressa dal 50% dei Millennials, pronti a operare da remoto, lontano dall’ufficio. Inoltre, nella visione di quello che sarà l’impatto dell’inserimento delle nuove leve all’interno dell’azienda, per altro inevitabile, domina una generale preoccupazione per quanto riguarda i rischi legati alla robustezza, resilienza, sicurezza, compliance e governance delle infrastrutture IT. A fronte di un non trascurabile 41% di aziende che non intendono porre particolari limitazioni all’uso di strumenti 2.0 all’interno dell’azienda, molti responsabili guardano con sospetto a comportamenti ritenuti critici, e preparano un tipo di risposta convenzionale, basata su limitazioni e barriere tecnologiche, una scelta sicuramente malvista dai Millennials. «Il rischio – sottolinea Tittarelli – è che una dose eccessiva di soluzioni di security convenzionali, quella che noi chiamiamo la sicurezza del no, vada a incidere negativamente sul patrimonio di creatività dei giovani, che richiede una forte autonomia. La risposta corretta è una sicurezza contestualizzata, estesa all’intero ciclo di creazione e scambio delle informazioni, a cui non a caso si ispirano le nostre soluzioni di ultima generazione. Gli strumenti per consentire una collaborazione piena nel rispetto delle regole esistono già, basta conoscerli ed essere capaci di adattarli alle proprie specifiche esigenze». Oltre ad aver messo a punto un decalogo per le aziende, ovvero una serie di suggerimenti tesi ad aiutarle ad affrontare al meglio il cambio generazionale, infatti, CA Technologies propone una vasta gamma di prodotti e servizi ad alto valore aggiunto in grado di mettere d’accordo le esigenze dei Millennials con quelle dei responsabili IT come, per esempio, soluzioni che consentono di gestire reti separate – quella tradizionale e una ad hoc per i dispositivi IT di proprietà dei dipendenti -, mettere in sicurezza un mix di dispositivi IT dell’azienda e personali, gestire in modo semplice e veloce una grande varietà di dispositivi mobili di vari fornitori, assicurare il rispetto di rigorosi Sla sulla qualità dei servizi interni/esterni e ibridi erogati da fornitori diversi e attivare, gestire e proteggere efficacemente i servizi erogati attraverso Cloud pubbliche e private; a questo riguardo ricordiamo, per esempio, CA 3Tera AppLogic, una soluzione chiavi in mano che permette di creare un’infrastruttura Cloud in sole quattro ore in grado di aiutare le organizzazioni pubbliche e private ad aumentare in modo esponenziale la propria agilità – venendo incontro alle esigenze dei Millennials – riducendo nel contempo i rischi, come vogliono i responsabili IT.

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