L’evoluzione di Micro Focus


Ambizioni ben riposte per il vendor europeo specializzato nella modernizzazione delle applicazioni aziendali, che allarga il raggio d’azione verso la software quality e il testing. Ce ne parla il Ceo Kevin Loosemore

Ha compiuto da poco 35 anni ed è in ottima salute. Anche perché è attiva in un settore in cui il lavoro non manca. Micro Focus (www.microfocus.it) si occupa infatti principalmente di “Enterprise Application Modernization”, che in sostanza significa realizzare efficienze nelle applicazioni aziendali che risiedono sui mainframe, ottimizzandole anche alla luce dei nuovi paradigmi di computing, Cloud compreso. Più volte dato per superato, il mainframe è più vivo che mai, e soprattutto costituisce l’ossatura fondamentale su cui operano le applicazioni della maggior parte delle grandi aziende, scritte per lo più in Cobol, il linguaggio dei grandi sistemi per eccellenza. Dopotutto, con circa 220 miliardi di righe di codice attualmente in uso nelle odierne applicazioni aziendali e finanziarie, i sistemi Cobol sono il motore di oltre il 70% delle aziende di tutto il mondo.

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Risparmio ed efficienza

«L’idea del fondatore di Micro Focus è stata quella di scrivere le applicazioni Cobol sui Pc invece che sui mainframe, proprio allo scopo di snellire le operazioni senza alterarle», spiega Kevin Loosemore, chairman e Ceo di Micro Focus, che abbiamo incontrato nella sede milanese della società. Il senso dell’operazione è in una metafora che da bravo manager “made in UK”, prende a esempio una gloria nazionale come i Beatles: «Per modernizzare le loro composizioni, non possiamo far tornare i Fab Four in studio a incidere nuovamente i loro brani, ma possiamo convertire i loro dischi su altre piattaforme, come gli onnipresenti mp3 – sottolinea Loosemore -. Analogamente, Micro Focus estende le applicazioni aziendali nate sui mainframe su molteplici piattaforme, anche di tipo mobile, per ottimizzarle in modo da recuperare efficienza». L’idea tuttora valida è quella di modernizzare le applicazioni, riutilizzando e migrando verso piattaforme più flessibili ed economiche, sia per abbattere i costi aziendali sia per incrementare l’efficienza.

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I risultati sono di tutto rispetto: «Si parla di un recupero nella produttività delle applicazioni nell’ordine del 30-40% – conferma Loosemore -, che può essere visto come un risparmio in sé oppure come un’opportunità per incrementare l’agilità dell’azienda. La scelta è aperta, e va fatta in base a quelli che sono gli obiettivi che ci si pone di volta in volta». Ma non solo: Micro Focus propone anche altri tool che verificano il codice ridondante, visto che spesso si ha a che fare con applicazioni scritte anche trent’anni fa. In questi casi, le ridondanze possono arrivare anche a un 20% del totale, che si traduce in un corrispondente risparmio nelle spese di maintenance, una delle voci di costo principali quando si parla di mainframe.

Nuovi orizzonti

Se quello della modernizzazione rimane il core business di Micro Focus, negli ultimi anni, grazie anche a un nutrito numero di acquisizioni tra le quali spiccano Borland e Compuware, la società ha gradualmente ampliato le competenze e l’offerta verso altre fasi del ciclo di vita delle applicazioni software, aprendosi anche alla software quality per i prerequirement e ai test. Oggi Micro Focus è quindi in grado di aiutare le aziende a sviluppare, testare, implementare, valutare e modernizzare le applicazioni: si tratta di un ambito in cui il business è più fiorente che mai, anche perché «se vent’anni fa un’applicazione veniva utilizzata in azienda da 20 o 30 persone in tutto, oggi invece sono 20 o 30mila le persone che utilizzano le stesse applicazioni, accendendovi anche col proprio smartphone in qualunque momento e da qualunque luogo», fa notare Loosemore. Non è un caso quindi che Micro Focus oggi abbia più di 18mila clienti, tra cui vi sono oltre il 90% delle aziende Fortune Global 100, e un fatturato globale intorno ai 450 milioni di dollari, realizzato per il 40% in Europa, per il 50% negli Stati Uniti e per il restante 10% in Asia.

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