Mobile revolution

Jean-Pierre Giannetti country manager MicroStrategy ItalyPensando all’ultima parte di quest’ultimo decennio, possiamo dire che in un così breve periodo di tempo abbiamo visto scomparire un gran numero di brand diffusi tra il grande pubblico. E questo a causa dell’incapacità di questi marchi di abbracciare con la giusta velocità e attitudine mentale la rivoluzione software che ha interessato non solo le aziende legate al commercio tradizionale, ma ogni aspetto della nostra vita, sia pubblico sia privato. I prodotti e i servizi con cui abbiamo convissuto per tutta la nostra vita si stanno trasformando in soluzioni e servizi software grazie alla tecnologia mobile. Per esempio, le riviste e i giornali, così come anche i libri e molto altro, nel giro di pochissimo si sono trasformati in prodotti software scaricabili e consultabili ovunque. Anche tutto ciò che abbiamo nel portafoglio, dai documenti di identità, alle tessere, ai contanti, si trasformerà in qualcosa di immateriale, gestibile solo via software, man mano che si adotterà la tecnologia mobile di pagamento tramite cellulare. Quello che amplifica il potere di trasformazione del nostro futuro è la confluenza di due importanti correnti tecnologiche: l’accesso universale alla tecnologia informatica mobile e l’utilizzo pervasivo dei social network.

I social network – infatti – portano all’aumento esponenziale dell’utilizzo dei dispositivi informatici, così come i dispositivi mobili portano all’aumento dell’utilità dei social software. È un circolo virtuoso che amplifica l’impatto di entrambe le onde. Perché tutto ciò funzioni, è necessario che tutti abbiano accesso alla tecnologia e che tutti siano in grado di poterla utilizzare. Pensiamo – infatti – che inizialmente potranno esserci servizi o prodotti disponibili a tutti coloro che possiedono sufficiente capacità di elaborazione e indisponibili a tutti quelli sprovvisti di tale capacità. Potrebbe accadere che alcuni hotel decidano di fornire i propri servizi soltanto a persone dotate dell’opportuno “software”, perché questo consentirebbe loro di gestire l’accoglienza del cliente senza personale, e magari di offrire al pubblico un hotel più sicuro. Ma tutto ciò, sarà solo una fase transitoria iniziale perché ben presto si arriverà a un’economia digitale globalmente pervasiva.

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Se una o due società controllassero un processo divenuto fondamentale per la nostra vita quotidiana e di colpo cambiassero le regole di accesso, che cosa accadrebbe? Nel 2000, non ci si affidava a una società di software per condividere esperienze e amicizie. Dieci anni dopo, Facebook conta quasi un miliardo di utenti attivi. Se il social network più diffuso al mondo – però – chiudesse i battenti, le vite di milioni di iscritti cadrebbero nello sconforto. Facebook è diventato lo standard per il social sharing.

La rivoluzione mobile è così irresistibile perché è molto più di un semplice modello economico e tecnologico: è una psicologia positiva (le app per cellulari sono divertenti). È pervasiva (miliardi di persone ne fanno parte), rende più sicuri e forti (i software estendono le capacità e l’influenza dell’individuo). È etica (la tecnologia mobile permette a tutti di competere sullo stesso piano). La prossima generazione crescerà immersa nella tecnologia informatica mobile. I prodotti basati sui software non arrugginiscono, non si perdono e non si consumano. Quello che mi affascina di più è che questo nuovo mondo può essere costruito con un capitale minimo, e questo ci renderà – nei prossimi anni – testimoni di un’esplosione di creatività come non si è mai vista nella storia.

Jean-Pierre Giannetti country manager MicroStrategy Italy