LA GESTIONE DOCUMENTALE SECONDO OCÉ E IDC


Un’analisi condotta da IDC in Italia su un campione di manager di aziende medio-grandi dimostra quanto sia elevata l’attenzione sul tema della gestione dei documenti

 

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Un’azienda che, come Océ (www.oce.it), si occupa di gestione del documento da oltre 130 anni ha ovviamente pieno titolo a spiegare al mercato quale sia l’approccio migliore a questa delicata area del business aziendale. Tuttavia Océ Italia ha deciso di procedere in modo analitico, rivolgendosi a IDC (www.idc.com) per poter offrire un quadro il più possibile esaustivo di quali siano le esigenze e i possibili obiettivi di un progetto di Document Management nel nostro Paese. È toccato così a Maurizio Ronzoni, business unit manager Business Services di Océ Italia raccontare quali siano stati i risultati del sondaggio IDC, condotto su 150 aziende medio-grandi attive in Italia. Innanzi tutto, è stato evidenziato il fatto che spesso le aziende non percepiscono in modo adeguato il contributo della gestione documentale sui costi e sull’efficienza dei loro processi, che «possono incidere sui risultati per valori che possono arrivare  al 6-8% del fatturato». Ben il 70-80% dei dati rilevanti per le aziende italiane risiede in documenti non strutturati e una semplice rivisitazione in chiave di aumento dell’efficienza dei processi documentali consentirebbe agevolmente risparmi pari al 20-40% dei costi connessi. Una gestione ottimale dell’ambiente di stampa porterebbe, d’altra parte, a una riduzione dei costi dell’ordine del 10-40%.

Roberto Falchi, business manager Business Services, ha poi sottolineato come molte aziende stiano guardando con sempre maggior favore all’Outsourcing documentale, per cui, secondo Infotrends, questo comparto a livello europeo è previsto crescere del 3,5% di tasso composto dal 2009 al 2014, partendo da un valore complessivo pari a 24,2 miliardi di euro per approdare ai 28,7 miliardi del 2014. Per quanto riguarda il mercato italiano, nel 2009 il ricorso all’outsourcing documentale ha raggiunto gli 868 milioni di euro (IDC), con una netta prevalenza delle aziende “document intensive”, come banche e assicurazioni. «La leva principale dei clienti Océ per accedere all’outsourcing non è cambiata – ha concluso Falchi -: l’accesso a competenze e tecnologie avanzate».

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