PASSWOR(L)D 2013. Passepartout per il cloud

Barbara Reffi, amministratore delegato di PassepartoutLa software house di San Marino chiama a raccolta i propri partner con un obiettivo prioritario: portare tutto sul cloud. E la rete distributiva risponde con entusiasmo alla chiamata, nonostante il momento economico difficile

 

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

La parola d’ordine è cloud. Passepartout (www.passepartout.net) ha riunito la propria rete distributiva per mettere in luce le potenzialità della nuvola anche in termini di sicurezza, attraverso i contributi di esperti del settore e per dare una visione strategica dell’offerta. Carlo Alberto Carnevale Maffé, docente di Strategia all’Università Bocconi di Milano, ha spiegato al pubblico che riempiva il Palazzo dei congressi di Riccione i vantaggi competitivi delle soluzioni cloud. «Passepartout è una bella storia italiana – ha detto Carnevale Maffé – e fare rete tra le nuvole è una bella sfida. Il problema è capire bene che cosa è il cloud e saperlo spiegare in modo adeguato ai propri clienti. Bisogna cambiare, o meglio, far evolvere il proprio business model. Le soluzioni cloud se sono nate per la rete sono sicure. Il problema nasce dall’utilizzo di applicazioni client-server che invece non sono nate per questo ambito. Bisogna vedere il cloud come un hub logistico di processi di business. I punti di forza per il cliente sono: efficacia, efficienza, riduzione dei costi di transazione e delle asimmetrie informative».

NATI PER CORRERE

Corrado Rossi, direttore commerciale di Passepartout, ha ricordato come la tagline, “nati per correre”, sia alla base della storia dell’azienda di cui sintetizza i passaggi fondamentali: l’inizio, nel 2009 con Business Pass; 2010 con Mexal Live; 2011 con Mobile Desk; 2012 Youpass; 2013 con la tecnologia Undercloud. «Chi compra i nostri prodotti – ha affermato Rossi – compra innanzitutto la nostra esperienza. Tutti i prodotti che vendiamo sia su server interni, sia sulla server farm sono cloud. Vogliamo portare anche i clienti più tradizionali sul cloud e il nostro obiettivo è rendere cloud il 100% del nostro installato». Per Stefano Franceschini, fondatore e presidente di Passepartout, il futuro è decisamente “undercloud” e non solo perché è stato proprio lui a coniare questa espressione. «Il cloud è l’elemento chiave della nostra offerta – ha detto Franceschini – che si caratterizza per essere nativamente cloud a differenza di chi chiama cloud prodotti messi in hosting in qualche server farm».

Leggi anche:  La cloud region italiana sempre più strategica nello scacchiere europeo. Ecco perché

CLOUD EXPERIENCE

«Everywhere e on demand». Sono queste le coordinate per ogni tipo di applicazione futura, come ha spiegato Barbara Reffi, amministratore delegato di Passepartout, illustrando le nuove funzionalità online di Passepartout Menu, il software gestionale studiato per soddisfare al meglio le esigenze di ristoranti, pizzerie, bar, pub e di tutte le attività del Food & Beverage. Oltre al nuovo sito aziendale più interattivo, due sono le novità principali di Passepartout: la tecnologia Undercloud e iDesk HTML5. La prima è disponibile su tutte le soluzioni gestionali destinate alle aziende e ai commercialisti. La seconda, disponibile su tutte le soluzioni Mexal BP e Businesspass, consente a tutti gli utenti di utilizzare qualsiasi device mobile. «Undercloud – ha spiegato Barbara Reffi – è il nostro modo di accompagnare dolcemente il cliente verso il cloud. Si tratta in sostanza di mettere a disposizione sul server del cliente un’applicazione che si presenta esattamente come se fosse un’applicazione cloud, con tutti i servizi associati a questa architettura. Sarà poi il cliente a decidere se e quando portare a termine la migrazione». Anche la visione di Passepartout sullo sviluppo dei prodotti è innovativa. «Le nostre soluzioni – spiega Barbara Reffi – sono sviluppate secondo una logica che tende a unificare l’offerta e non a dividerla in una serie di compartimenti. A ogni prodotto possono essere attivate diverse funzionalità, che non necessitano di nessuna componente di terze parti, con il massimo livello di integrazione e di personalizzazione». Visione strategica e offerta si riflettono sui risultati economici che evidenziano una crescita 2012 di oltre il 3% rispetto ai quasi 12 milioni di euro riportati nell’ultimo fatturato. «Risultati che – ha dichiarato Barbara Reffi – possono crescere ancora molto alla luce dei 26mila e 200 clienti che serviamo e delle potenzialità della nostra offerta».

Leggi anche:  Sanità in ritardo nell’adozione del multicloud ibrido ma si prevede una crescita esponenziale nel breve termine