Il Made in Italy dell’Innovazione in mostra a Shanghai

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I progetti Pharos e Smart Cities di Engineering selezionati dal ministero dell’Innovazione per l’Expo Shanghai 2010

Non sono molte le aziende italiane che, come Engineering (www.eng.it) possono vantare una divisione Ricerca e Sviluppo con sei laboratori distribuiti sul territorio nazionale in cui operano circa 250 ricercatori. «Il nostro compito – spiega Francesco Nucci, direttore progetti europei della società – è quello di favorire la nascita di filiere d’eccellenza nel campo dell’industria dell’Information & communication technology, un settore in cui l’Italia, quando è capace di fare sistema, ha molto da dire. Aggregando attorno ai nostri centri di ricerca altre aziende, università e start-up innovative siamo in grado di avviare e portare a termine progetti di ampio respiro in cui l’innovazione si coniuga con un approccio creativo tipico dell’ingegnosità italiana».

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Una strategia che sta dando ottimi risultati, come dimostra il fatto che ben due progetti della società (che, ricordiamolo, ha un’offerta integrata e completa lungo l’intera catena del valore del software) sono stati selezionati dal ministero dell’Innovazione per l’Expo Shanghai 2010. Nell’ambito della partecipazione italiana alla manifestazione, infatti, è stata allestita una mostra temporanea dal titolo “Italia degli Innovatori” dedicata alle eccellenze tecnologiche del Bel Paese in cui trovano spazio 265 best practice di innovazione delle nostre industrie, due delle quali, appunto, promosse da Engineering. Si tratta di “Pharos”, un progetto pan-europeo di cui Engineering ricopre il ruolo di coordinatore internazionale insieme a partner del calibro del Politecnico di Milano, della norvegese Fast (ora acquisita da Microsoft) e di France Telecom, e di “Smart Cities”, un progetto realizzato interamente dai laboratori del Gruppo Engineering.

Pharos, il primo motore di ricerca pan-europeo

Uno dei temi di maggiore attualità nel settore It, oggi, è quello dei motori di ricerca, basti pensare al braccio di ferro in atto tra Google e le autorità cinesi. «Tre anni fa l’Unione europea ha deciso di fare sentire anche la propria voce, dando vita al progetto Pharos (www.pharos-audiovisual-search.eundr), affidando a Engineering il ruolo di coordinatore internazionale – ricorda Nucci -; l’obiettivo del progetto, che oggi è pronto per essere portato sul mercato, era quello di creare un motore di nuova generazione capace di effettuare ricerche non solo su documenti testuali, ma anche all’interno di contenuti multimediali di qualsiasi tipo: file audio, video e immagini. Pharos, in pratica, permette di effettuare ricerche di tipo nuovo. È possibile, per esempio, ricercare all’interno delle registrazioni video dei telegiornali gli spezzoni che si riferiscono a una determinata notizia, oppure registrare col proprio cellulare una canzone udita per strada e inviarla al motore di ricerca che restituisce indicazioni sul brano e link a canzoni dello stesso genere musicale, o ancora ricercare in una collezione di video a sfondo turistico tutte le località simili a quella rappresentata in una determinata fotografia. Le applicazioni sono pressoché infinite». L’elemento più innovativo della piattaforma è la sua capacità di coniugare le tecnologie del search con quelle del social networking per quanto riguarda la fruizione di informazioni, contenuti e servizi. La tecnologia su cui poggia Pharos, inoltre, è completamente aperta, per cui è possibile inserire nel cuore del motore di ricerca qualsiasi algoritmo di analisi di dati multimediali, ottenendo sempre risposte pertinenti.

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Smart Cities, servizi di prossima generazione

Il secondo progetto targato Engineering che farà bella mostra di sé a Shanghai è quello denominato Smart Cities. «L’idea – racconta Lanfranco Marasso, responsabile innovazione Pubblica amministrazione della società – è nata due anni fa nell’ambito della piattaforma europea Nessi (Networked European Software & Services Initiative, www.nessi-europe.comndr). Tenuto conto che la Pubblica amministrazione, nel suo complesso, è la più grande azienda di servizi esistente, abbiamo pensato che era arrivato il momento di farla entrare a pieno titolo nell’era del Web 2.0, mettendo al centro l’individuo e le sue esigenze. Oggi i servizi resi disponibili dagli enti pubblici, anche quando vengono erogati via Web, ricalcano sempre un modello fortemente burocratico, fatto di moduli e iter farraginosi. Abbiamo pensato che era arrivato il momento di cambiare, passando da un concetto di e-government, ovvero governo elettronico, a quella di i-government, dove “i” sta per innovazione, ma soprattutto “io”, ovvero la persona come nodo e centro dell’Internet dei servizi. Smart Cities, quindi, sviluppa un nuovo modello di interazione tra il cittadino e la Pubblica amministrazione: nelle Smart Cities del futuro saranno i cittadini i pro-sumer di servizi pubblici come blog e social network».

Smart Cities, un prototipo sviluppato con il supporto del laboratorio pubblico-privato XnetLab creato presso la Scuola Superiore Isufi dell’Università del Salento, raggruppa in un unico ambiente tutti i servizi pubblici erogati in un determinato territorio, organizzato in base alla profilazione di ogni singolo utente; le informazioni rese disponibili non solo possono essere lette o stampate, ma anche viste, ascoltate o scaricate su qualsiasi tipo di device. Smart Cities, inoltre, consente di condividere l’esperienza vissuta relativa a un determinato servizio (pensiamo per esempio alla scelta della scuola) con una comunità interessata alla stessa problematica, rendendo disponibile un valido strumento di supporto alle decisioni, proprio come avviene oggi con il social networking quando si tratta di programmare un viaggio, prenotare un ristorante e così via. Smart Cities, insomma, può diventare uno spazio personale messo a disposizione dei cittadini implementabile su qualsiasi piattaforma, pubblica o privata, in cui viene raccolta e memorizzata la storia delle relazioni tra il cittadino e il servizio pubblico.

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«A Shanghai – sottolinea Marasso -, presenteremo una sperimentazione in atto con il Comune di Roma (visibile sul sito www.italianvalley.it dove vengono illustrate tutte le best practice scelte per la città cinese), ma sono già molte le amministrazioni nazionali e internazionali che si sono dette interessate per questa soluzione che porta alla gestione e alla fruizione dei servizi al cittadino secondo i principi dell’Open Innovation. In Italia, per esempio, stiamo lavorando con la Regione Emilia Romagna per un progetto legato all’agricoltura, mentre all’estero hanno mostrato interesse, tra gli altri, lo Stato di San Paolo del Brasile e il Libano. Smart Cities, in fondo, è un progetto che non richiede investimenti particolarmente onerosi in termini di infrastrutture tecnologiche: si tratta soprattutto di modificare l’approccio culturale, adeguando anche la Pubblica amministrazione ai paradigmi abilitati dalle tecnologie Web 2.0».

Dal 24 luglio al 7 agosto, quindi, tutti coloro che visiteranno il padiglione Italia allestito a Shanghai e, in particolare, la mostra “Italia degli Innovatori” potranno toccare con mano i progetti Pharos e Smart Cities, mentre una folta delegazione della Direzione Ricerca e Innovazione di Engineering, di cui naturalmente faranno parte sia Nucci che Marasso, sarà a disposizione del pubblico – e dei potenziali clienti – per illustrarne le peculiarità e il valore. Perché anche nell’Ict il Made in Italy ha molto da dire.