Più autonomia per fare le scelte giuste

Più autonomia per fare le scelte giuste

Mi fa piacere condividere l’esperienza che sto vivendo, nella speranza che possa costituire un momento di confronto e riflessione per chi si trova in situazioni analoghe. Sono arrivato in questo centro di eccellenza della ricerca e della cura a inizio 2012, con l’obiettivo di sviluppare e realizzare un progetto, che abbiamo chiamato “Stone: evolvere verso l’ICT di gruppo”, volto a creare un’infrastruttura omogenea ICT di gruppo. Il gruppo comprende l’Istituto Europeo Oncologico, il Centro Cardiologico Monzino e il Campus Ricerca IEO, che – all’inizio – avevano tre infrastrutture indipendenti, con un unico punto di contatto rappresentato dal sistema amministrativo-gestionale basato su SAP. Il progetto rappresenta l’investimento più importante del 2012 e del prossimo triennio. Dopo l’approvazione degli azionisti del gruppo – che vogliono migliorare la cura e l’attenzione verso il paziente e dare più forza alla ricerca – il primo intervento è consistito nel passare da una gestione per struttura a una per processi, in modalità ITIL. Abbiamo nominato quattro ICT manager dando a ciascuno uno specifico compito: sviluppare la struttura, farla funzionare in clinica e ricerca, sfruttare tecnologie e innovazione. Il secondo passo è stato creare la rete fra i tre siti della nostra realtà, potenziando quella esistente. Abbiamo scelto una fibra ottica privata da 10GB, che nel 2013 verrà portata a 20GB, in modo da poter creare l’infrastruttura di base per avere un cloud privato fra le tre strutture e fare una “data center consolidation” senza perdere in prestazioni. Allo IEO abbiamo due building, ma collegati da 200m di fibra ottica, che abbiamo consolidato con tempo RTO vicino a zero e livello di servizio portato dal 99% al 99,99%. Ora abbiamo un data center doppio, che – l’anno prossimo – centralizzerà tutti i servizi clinici, lasciando presso il Monzino solo la parte di disaster recovery-business continuity. In questa fase, abbiamo tenuto conto di unificare i servizi IT, ottenendo una significativa riduzione dei costi operativi e di gestione, una centralizzazione delle risorse e un aumento della flessibilità dei sistemi e della qualità del servizio. Il terzo passo è consistito nella messa a punto di un progetto per l’unificazione del software clinico, che sarà il primo di questo genere nella storia della sanità italiana  e – per quel che ne so – fra i pochi a livello europeo. Questo progetto permetterà ai medici di lavorare per processi e non per specialità o divisioni. Sarà sviluppato nei prossimi tre anni e darà due grandi vantaggi: ottimizzazione dei processi interni a favore del paziente e disponibilità per la ricerca dei dati clinici in tempo reale, a partire dal trial clinico. L’obiettivo finale è di avere non solo – come già oggi – il 100% delle cartelle in forma digitale, ma il 100% dell’informazione clinica in forma digitale, all’interno di un cloud privato e sicuro e con la possibilità per i pazienti di accedere alle informazioni di loro pertinenza. Tre strutture, tre grandi step evolutivi, tre anni di progetto: non è stata un’impresa così semplice come sembrerebbe. Un grosso aiuto è venuto dal fatto di sedere nel comitato di direzione, con riporto diretto all’amministratore delegato. Una precisa scelta del gruppo per dare immediatezza al business, garantendo l’aspetto tecnologico. L’efficienza operativa dipende anche dall’efficienza decisionale. I risultati sono la prova. Quest’anno arriveremo a una riduzione di almeno 25% dei costi operativi, valore previsto anche con relativi incrementi per i prossimi tre anni.

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Claudio Franzoni, chief information officer, Istituto Europeo di Oncologia IRCCS e Centro Cardiologico Monzino IRCCS