CULTURAL WELFARE – LA CULTURA ASSET PER LO SVILUPPO


“Nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire”. La frase è di Marie Curie, ma anche una dichiarazione di intenti per la Fondazione Bracco: un’istituzione che affonda le sue radici in oltre 80 anni di storia di una delle più importanti famiglie imprenditoriali italiane. Tra gli ultimi contributi della Fondazione, i risultati di una rilevazione statistica realizzata da Doxa in collaborazione con il Comune di Milano, che sono stati al centro di un simposio, che ha visto la partecipazione di scienziati internazionali come Luigi Luca Cavalli Sforza della Stanford University, Luca Francesco Ticini della Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia, Corey Keyes della Emory University di Georgia USA, Lars Olov Bygren del Karolinska Institute di Stoccolma e Selena Gray della University of West of England. Sul tavolo gli effetti positivi della fruizione della cultura sull’indice di benessere dei cittadini. In una scala dei fattori che determinano la felicità, le attività culturali sono al secondo posto – dopo l’assenza di malattie – e sono più importanti di categorie come l’età, il reddito, l’educazione, il genere, o il tipo di impiego. In altre parole, il consumo culturale contribuisce direttamente al benessere e alla felicità. Milano si pone in cima alla classifica tra le città italiane in grado di rispondere alla domanda di consumo culturale. «La cultura nutre la mente e amplia gli orizzonti – ha dichiarato Diana Bracco – presidente della Fondazione – e in molti Paesi si stanno pensando vere politiche di “cultural welfare”. Credo molto nelle forze positive della società. I dati scientifici ci dicono che la cultura è una leva per lo sviluppo, quando si tagliano i fondi non bisognerebbe dimenticarlo».

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