IL PROGRESSO DELLE SCIENZE


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«I progressi scientifici, tecnologici, organizzativi, straordinari negli ultimi secoli, continuano ad accelerare. Però, l’epoca attuale non è un’età della scienza». Così inizia il suo intervento lo scienziato Roberto Vacca in occasione della LXXI riunione della Società Italiana per il Progresso delle Scienze (Sips) che si è tenuta a Roma il 29 marzo. Le origini della Sips si collocano nel periodo anteriore al nostro Risorgimento politico. Nel 1839, a Pisa, con una profetica visione unitaria, i più eminenti uomini di scienza e di lettere vollero dare vita alla prima riunione degli scienziati italiani. Ma oggi, quale può essere il contributo degli scienziati italiani per l’Unità e per lo sviluppo dell’Italia? Per Roberto Vacca non ci sono ricette semplici. «La cultura tradizionale va integrata con la tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Manca, però, un’opinione pubblica informata che eserciti un controllo sociale della tecnologia. La paura di rischi immaginari e non di quelli reali, ispira decisioni sbagliate». Non solo. «L’economia non si rilancia solo lavorando di più», ma investendo in prodotti a valore aggiunto. Eppure, «aumenta il divario fra alta tecnologia e cultura media. Si diffondono macchine di facile uso, che eseguono processi non trasparenti, e i supercomputer si usano per scopi banali. Gli utenti non acquisiscono concetti, non usano linguaggi avanzati, ma solo immagini. Il circolo vizioso dell’ignoranza è più minaccioso in Italia che altrove.

Una rimonta culturale, tecnologica ed economica richiederebbe impegni eccezionali di investimenti, risorse umane, e anche una certa dose di immaginazione. Occorre un’azione internazionale congiunta di aziende, soprattutto ad alta tecnologia, mirata a innalzare la cultura di intere popolazioni».

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