IT, la quiete dopo la tempesta


Finalmente arriva qualche buona notizia, almeno sul fronte del mercato IT, ma se l’Information Technology si presenta con un segno positivo significa che le imprese del Paese hanno imboccato la strada dell’investimento in innovazione. Non si può ancora cantare vittoria e decretare la fine della crisi, ma se i numeri del primo trimestre 2011 tornano a salire (almeno se confrontati con lo stesso periodo dello scorso anno), si può ben sperare per il resto dell’anno. Le anticipazioni dell’Assintel Report relative al primo trimestre, presentate recentemente, forniscono un quadro che volge al “variabile”, la quiete, dopo un anno di “tempesta” (Leopardi e i suoi cultori spero mi perdonino per l’azzardo nell’accostamento); infatti se confrontati i primi tre mesi del 2010 con quelli del 2011 si nota una crescita del 13,2% del fatturato di settore, con un exploit del comparto software che si attesta su un incremento del 19,2%, seguito dalla componente servizi IT (14,4%) e ultimo, ma comunque con segno positivo, il comparto hardware che registra un +6,9%. Il mercato però è ancora lontano dai livelli pre-crisi, basta ricordare che il primo trimestre del 2010 aveva segnato un pesante -25,8% rispetto al medesimo periodo 2009, ma vale la pena di cogliere i segnali positivi piuttosto che “piangere” su ciò che è avvenuto negli ultimi due anni. Già da tempo quasi tutti gli economisti e gli analisti hanno affermato che per riallinearci con i valori di mercato antecedenti la crisi saranno necessari alcuni anni; l’importante però è iniziare la risalita e l’inversione di tendenza evidenziata dai risultati di questo primo trimestre fa ben sperare di aver imboccato la via che ci riporta verso l’alto. Questo si lega a una generale e positiva ripresa del Pil e degli investimenti, pur con le incognite relative allo scenario internazionale in continua evoluzione che può portare a effetti economici poco prevedibili. «E se leggiamo i fenomeni nel dettaglio, ci preoccupa il ritardo della ripresa italiana rispetto agli altri Paesi, sintomo di quelle carenze di politiche sistemiche di sviluppo fondate sull’innovazione che lamentiamo ormai da alcuni anni», ha commentato il presidente di Assintel Giorgio Rapari.

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Le note positive riguardano i grandi spender, le banche e l’industria, quelli che da soli garantiscono oltre il 40% della spesa IT in Italia, che, secondo lo studio, hanno ripreso a investire. In particolare le grandi imprese, avendo fatto una gestione corretta e attenta dei budget e soprattutto della spesa corrente, prevedono un 8% dei fondi stanziati da dedicare a nuovi progetti di Information Technology. Finalmente si riprende dunque a parlare di innovazione, concretamente questa volta, non solo nei convegni.

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Cloud computing, mobile e social network sono le tematiche più ricorrenti quando si parla di innovazione poiché riguardano approcci e tecnologie che possono facilitare i processi di business.

Nel complesso l’Assintel Report, per l’anno in corso, prevede che la spesa in Information Technology continui nella sua crescita trimestre su trimestre, se pur con moderazione, il secondo dovrebbe chiudersi con un +0,7% sul primo, il terzo +1,3% sul secondo e l’ultimo +5,4% sul terzo, riuscendo a pareggiare le perdite del 2010.

La speranza e l’auspicio è che non siano solo i soliti noti a investire in IT e innovazione, ma che ai “grandi” si uniscano anche le aziende di minori dimensioni e la Pubblica Amministrazione Centrale e Locale in modo da far risultare queste previsioni per l’anno troppo prudenti.