L’ECONOMIA INCERTA MEGLIO SPOSARE UN “HOMO OECONOMICUS”?


Sarebbe bello avere un kit di Analytics per fare le scelte giuste anche nella vita di tutti i giorni e calcolare matematicamente costi e benefici, senza affidarsi solo all’istinto di conservazione. Forse, così, la crisi farebbe meno paura. La realtà – però – è diversa dalla consolante organizzazione di un foglio di calcolo. Siamo privi di informazioni economiche e incapaci di orientarci nella quotidianità delle nostre azioni finanziarie. Un terzo della popolazione non sa leggere l’estratto conto e – ancora peggio – l’economia non ha elaborato strumenti validi, metodi e schemi, per prevenire periodi di recessione e crisi. L’imperativo della liquidità si scontra con la volatilità, come dire che, da un momento all’altro, tutto può andare in fumo. La maggioranza delle persone si informano di tassi di inflazione, Pil, disoccupazione solo quando sono coinvolti in prima persona. La cultura economica rappresenta la base fondamentale per l’esercizio pieno della libertà di scelta ed è al centro di una serie di incontri organizzati dall’Associazione Europea per l’Educazione Economica. C’è uno stretto legame tra conoscenza e crescita economica. Ma la base è saper leggere e far di conto. Forse, di questi tempi, la soluzione potrebbe essere sposare un homo oeconomicus o il suo equivalente femminile, perfettamente razionale. «Peccato, però, che l’uomo e la donna perfettamente razionali non esistano». Parola di Roberto Tamborini, docente di Economia Politica all’Università di Trento. Ma se l’economia è incerta, perché i comportamenti sono eterogenei, secondo Roberto Fini, docente di Politica Economica all’Università di Torino, «l’economia non ha saputo elaborare istruzioni utili per le situazioni di pericolo. Abbiamo una sorta di manuale di bordo solo per quando il cielo è azzurro e sereno».

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