Networked Society, ripensare servizi e processi


Se oggi una confezione di alimentari è in grado di comunicare con il frigorifero di casa grazie a un tag Rfid, per segnalarci ricette e scadenze via smartphone – oppure, se possiamo effettuare check-in sanitari comodamente da casa, così come ricevere informazioni sullo stato dei mezzi pubblici via sms – lo dobbiamo all’evoluzione delle comunicazioni.

Evoluzione che nell’ultimo decennio ha avuto un’accelerazione impensabile, passando dalla crescita vertiginosa del mercato della telefonia mobile al modello “machine to machine”, all’Internet delle cose, dove gli oggetti sono connessi in rete e comunicano tra loro e con le persone, e i servizi sono accessibili da molteplici dispositivi, sempre e ovunque.

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Una rete di connessioni che con gli oltre 50 miliardi di dispositivi connessi previsti da Ericsson entro il 2020, modificherà radicalmente processi e servizi del nostro sistema socio-economico – con un impatto rilevante verso l’industria, la sanità e la Pubblica Amministrazione e un sostegno concreto all’ambiente, all’efficienza energetica e alla sicurezza. Siamo di fronte a quella che in Ericsson definiamo “Networked Society”.

Una società connessa che si basa sull’integrazione tra l’Information Technology e le telecomunicazioni. La realizzazione di questo modello, infatti, sarà possibile grazie alla combinazione di tre forze: mobilità, banda larga e Cloud. La mobilità, che permette di essere online indipendentemente dal luogo in cui ci si trova, è un bisogno fondamentale per le persone: lo dimostra il fatto che in 100 anni si sono costruite 1 miliardo di linee telefoniche fisse ma che, in soli 20 anni, abbiamo raggiunto i 5 miliardi di connessioni mobili. La banda larga, che permette di trasferire grandi quantità di dati e ha effetti positivi su produttività, crescita e occupazione: 1.000 nuovi utenti di banda larga consentono di generare circa 80 posti di lavoro, al 10% di aumento di penetrazione della banda larga, corrisponde un incremento di almeno l’1% del prodotto interno lordo. La nuova frontiera del Cloud, infine, che consente l’indipendenza dei contenuti dal dispositivo da cui sono fruiti, migliorando l’efficienza del lavoro in mobilità e abbattendo i costi tecnologici. 

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Un processo efficace solo attraverso la collaborazione tra Governi, Authority, Istituzioni, Imprese e Operatori volto a creare un ecosistema dell’innovazione con al centro le telecomunicazioni e l’Information Technology, che consenta a tutti i principali stakeholders di collaborare per contribuire attivamente al rilancio della competitività, garantire una crescita sostenibile e promuovere lo sviluppo del territorio. Grazie alle nuove tecnologie, è possibile dare nuovo impulso alla capacità di competere e vincere nei mercati globali, condividendo in modo efficiente e veloce competenze e processi.

Ne è una dimostrazione l’Ericsson Networked Society City Index, la classifica che mette in evidenza come le città caratterizzate da un maggiore tasso di penetrazione dell’ICT riescano a dare risposte più efficaci alle problematiche relative all’ambiente, alle infrastrutture, alla pubblica sicurezza, alla qualità della sanità e all’istruzione. 

Non si tratta di una semplice adozione di nuove tecnologie, ma di un nuovo modo di pensare i servizi, i processi e l’organizzazione. I giovani saranno il vero motore di tale cambiamento. Le loro idee e l’utilizzo evoluto e consapevole della Rete, influiranno in maniera determinante sull’offerta di nuovi prodotti e servizi ICT. Le imprese che sapranno ascoltare e interpretare le loro esigenze e idee, potranno guardare con fiducia al futuro.

 

Nunzio Mirtillo, presidente Ericsson per la Regione Mediterranea