PECORE E LUPI. COLLABORAZIONE O EGOISMO?

Meglio cento giorni da pecora o uno da lupo? Vi ricordate la favola di Fedro? L’agnello non fa una bella fine. È possibile che l’agnello, con la sua retorica saccente, abbia fatto saltare i nervi al lupo e che il lupo sia stato calunniato per secoli, ma la morale della favola è che i deboli sono destinati ad adeguarsi ai potenti. Chi sono veramente i potenti? Se il lupo ha origini spagnole, potrebbe essere travestito da “cordero” (che in spagnolo significa agnello).

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Le pecore, che sono le “mamme” degli agnelli, si liquidano come stupide. I cuccioli di pecora – invece – sono notoriamente le vittime sacrificali. Nella famiglia degli “agnelli” a quattro zampe, non c’è da stare allegri. Agire come pecore, secondo modo di dire, diffuso in tutti i dialetti e in tutte le lingue, non è certo segno di grande intelligenza e personalità. Eppure, questi animali, secondo uno studio realizzato in Australia, sono molto più furbi di quello che pensiamo. Certo non ci sono “agnelli” nella leggenda della fondazione dell’Impero Romano. Ma la storia potrebbe riservare qualche sorpresa se a raccontarla fossero i popoli, che con il loro sacrificio hanno sopportato grandi rivoluzioni e grandi cambiamenti. Forse, l’unico animale stupido è quello che spera senza ragione, che sarà ingaggiato da un’azienda, che lo farà lavorare poco e lo pagherà moltissimo, oppure, quello che crede, che l’economia si risanerà da sola senza fare nulla. Sperare in un futuro bello ma improbabile, in quanto frutto né di programmazione, né di meriti particolari, porta direttamente nella bocca del lupo. Gli animali intelligenti, sono quelli che conoscono il passato e sono in grado di capire come si è svolto e per quali ragioni. Non c’è da stupirsi se a questa categoria appartengano le specie più umili.

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