PROFETI E PROFEZIE ESSERE PRONTI ALLA FINE DEI TEMPI


La settima edizione di Torino Spiritualità (dal 29 settembre al 2 ottobre) è stata dedicata alle domande che l’umanità si pone di fronte all’annunciata fine dei tempi e con la crisi economica globale in atto, non c’è da stare allegri. Il filosofo Umberto Galimberti accolto come una superstar da un pubblico, che ha riempito il Carignano, per sentire la sua lezione sulla morte di Dio, ha subito lanciato una provocazione: «In un mondo in cui è richiesta soprattutto l’efficienza, e si è depressi non per i sensi di colpa, ma perché ci si sente inadeguati, facciamo l’analisi ai disoccupati?». Non lascia speranze il filosofo: «Il mondo è governato dal denaro e dalla tecnica, che non è più uno strumento, ma – come diceva già Hegel – è il mondo». Per lo scienziato Roberto Vacca – invece -, riprendendo le parole di Primo Levi, «è molto difficile distinguere fra buoni profeti e falsi profeti». Del resto chi non accetta l’autorità dei profeti preferisce sondare i futuri possibili con metodi razionali. «Anche senza calcoli possiamo immaginare la storia futura. Economisti e politologi provano a raccontarla in modi plausibili. Scrivono sceneggiature dell’avvenire come per un film. Solo gli eventi futuri possono confermare o smentire uno scenario intuito. Molti cercano di capire quale sarà il decorso della crisi finanziaria iniziata nel 2007. Nel 2010 qualcuno aveva creduto di ravvisare segnali di ripresa, invece l’entità dei danni emergenti sta causando una depressione molto lunga. Banche, governi, istituti di statistica forniscono dati non sempre affidabili. Le formule degli economisti matematici per valutare rischi futuri non hanno funzionato e talora hanno contribuito ad aumentare i rischi. Non sappiamo fare previsioni accurate, ma è inevitabile provarci mirando a migliorare le cose».

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