Se il Cio diventa Ceo


Se il Cio diventa Ceo cosa potrebbe cambiare nel rapporto delle aziende con l’ICT? Ci sarebbero più investimenti in innovazione? Difficile dirlo. Ma poi, perché queste domande? Andiamo per gradi. Una recente indagine realizzata dalla società di ricerca Vanson Bourne, “The Changing Role of the Cio” per conto di CA Technologies, che ha coinvolto 685 Cio di tutto il mondo, compresa l’Italia, ha messo in evidenza come il Cloud computing stia facendo evolvere la percezione che i Cio hanno del loro ruolo all’interno delle organizzazioni. Infatti, oltre la metà ritiene che adottando la modalità Cloud possano avvicinarsi in modo consistente alle funzioni di business e focalizzarsi maggiormente sulla fornitura di servizi alle line of business. Inoltre, il 45% dei Cio a livello mondiale, questo è il punto cruciale dell’indagine, ritiene di poter ambire al ruolo di numero uno in azienda, quello di Ceo appunto. Una percentuale che però diventa molto più bassa nel nostro Paese (il 73% di loro non ritiene possibile raggiungere la posizione di amministratore delegato). Modestia? Poca ambizione? Probabilmente realismo: pur ritenendo di avere le competenze necessarie per ambire al ruolo di Ceo (53%), conoscono bene le loro realtà aziendali e sanno quali sono le figure manageriali che più facilmente “scalano la classifica” in azienda fino a raggiungere il gradino più alto. Il 60% dei Cio italiani intervistati è, tra l’altro, convinto che non sono ancora percepiti come funzione cruciale per l’azienda, bensì come responsabili a supporto del business e quindi vedono il loro ruolo come punto di arrivo della carriera lavorativa.

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Comunque, anche a livello mondiale, la cruda realtà dei numeri dà ragione ai Cio nostrani, tanto è vero che solo il 4% degli attuali Ceo proviene dalle file dei Cio, mentre sono circa il 29% i chief financial officer che hanno fatto il salto al vertice dell’azienda e più o meno il 23% i chief operation officer che hanno visto premiato il loro impegno verso l’impresa con la massima carica aziendale.

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Secondo la ricerca, la scarsa “alfabetizzazione digitale” ai piani alti costituisce un ulteriore freno alle ambizioni di crescita dei Cio italiani, dei quali soltanto il 27% vanta un CdA con competenze in materia di tecnologie digitali. Poco meno della metà ha dichiarato di avere un top management non sempre in grado di comprendere l’impatto delle tecnologie emergenti. E quasi il 60% dei Cio interpellati ha specificato che il CdA vede l’IT come un costo necessario per l’attività di business e secondo un quarto degli intervistati il board non capisce il potenziale dell’IT per lo sviluppo del business.

Dunque c’è poco da sperare che i Cio diventino Ceo, soprattutto in Italia. I più delusi forse saranno i vendor di Information Technology che nell’eventualità di incontrare un Ceo proveniente dalla direzione IT possono sperare sia più facile interloquire con lui (in fondo parlano la stessa “lingua”) e possono ipotizzare sia più ben disposto verso di loro e verso l’innovazione, garantendo al suo Cio un budget più consistente.

Chissà, se il Cio andasse al comando dell’azienda forse i budget IT cambierebbero diventando più consistenti, oppure scatterebbe una sorta di competizione (vediamo se il nuovo Cio sarà in grado, con un budget “striminzito” come quello che avevo io, di dare servizi migliori alle line of business), oppure ancora, conoscendo il compito del responsabile IT e il suo linguaggio, il nuovo Ceo sarà “costretto” ad assecondare maggiormente le sue richieste, oppure penserà: “si arrangi come ho fatto io fino a ieri”.

Voi come vi comportereste? Vi prendereste qualche rivincita?