Social Media: il punto di vista dei Cio


Questo trend, se si affermerà, potrebbe trasformare radicalmente il modus operandi delle aziende stesse nel campo della ricerca, dell’innovazione e del marketing

 

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Social media, Web analytics, applicazioni e servizi in mobilità stanno mettendo sotto pressione le organizzazioni. I Cio sono chiamati a preparare se stessi, le proprie infrastrutture e servizi per il momento in cui i consumatori, i collaboratori, i fornitori comunicheranno e interagiranno tra loro soltanto attraverso l’utilizzo di dispositivi mobili Web-based.

Questa prospettiva, non solo aumenta il raggio d’azione dell’impresa e richiama una forte attenzione sugli Analytics, ma potenzialmente migliora la competitività dell’impresa che può sfruttare la molteplicità di nuove informazioni e interazioni che solo un ambiente Web-centrico fornisce.

Presto i Cio saranno chiamati a gestire questo processo e dovranno decidere come tagliare i costi e aumentare la produttività delle loro imprese introducendo soluzioni applicative “orizzontali” – per esempio le soluzioni di Crm cross-industry – o “verticali” specifiche per ogni industry – come la cartella medica elettronica nella sanità e le apps per smartphone per le denunce di sinistro nel settore assicurativo.

In questo scenario il Cloud computing svolge sicuramente un ruolo centrale. Il 7 aprile Nextvalue, la società di ricerca italiana partner di CIOnet, ha presentato a Milano, a una platea di oltre 400 partecipanti, il ​​suo Cloud computing Report 2011 sull’adozione dei servizi Cloud nelle organizzazioni Top in Europa. Durante il suo benvenuto, Hendrik Deckers, amministratore delegato e fondatore di CIOnet, ha fornito un aggiornamento sulla community di CIOnet che conta oltre 2.700 utenti qualificati in Europa e ha introdotto Marcello Cordioli, il Cio Europeo dell’anno nominato da Insead e CIOnet nel corso di una cerimonia di premiazione che si è svolta a Bruxelles il 25 marzo scorso. Lo stesso Cordioli ha dato alcuni spunti interessanti sui risultati ottenuti dalla sua azienda grazie all’adozione di Cloud computing.

I risultati delle interviste condotte da Nextvalue su 500 Cio in Europa mostrano come il Cloud computing sia già adottato dalle grandi aziende – 61% in Italia, 80% in Europa – per creare nuovi servizi complementari ai tradizionali e per rispondere rapidamente alle richieste del business. Questo modello basato sul consumo effettivo – “pay-as-you-go” – piace molto ai clienti business-to-business perché permette alle aziende di acquistare singole unità di servizio a costi variabili (OpEx) piuttosto che impegnare risorse in conto capitale (CapEx). Questo stesso modello piace molto anche al mondo consumer perché riduce i costi di accesso al servizio ed evita l’acquisto del prodotto e i conseguenti costi di manutenzione. «Cloud, big data e smart asset stanno trasformando il modello tradizionale dell’IT – dichiara Alfredo Gatti presentando la ricerca -. Molti Cio europei stanno già preparando le loro organizzazioni alla sfida con il nuovo ambiente». Il Cloud computing Report è disponibile su www.cionet.com.

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A livello di direzione aziendale, l’attenzione sulla centralità del Web è comunque alta. Come è noto, in ambiente business i cambiamenti di grande portata richiedono cambi radicali di strategia al vertice. Gli amministratori delegati e le loro squadre senior dovranno cimentarsi velocemente nei prossimi mesi con queste problematiche. Essere in ritardo su questi aspetti potrebbe rendere più complicato coglierne le interdisciplinarietà e le opportunità a livello aziendale rinunciando a cogliere appieno i vantaggi che possono derivare dai nuovi paradigmi. Quando una nuova opportunità inizia a emergere, i senior executive devono creare al proprio interno dei laboratori di sperimentazione e condurre test di apprendimento per estendere successivamente i risultati a tutta l’organizzazione. In questo contesto i Cio e i team IT possono tornare a svolgere il loro ruolo precedente alla crisi, ovvero quello di fare innovazione. È proprio questo il senso delle decisioni dell’Advisory Board di CIOnet Italia che si è riunito il 7 aprile scorso per definire i temi del programma dei prossimi CIObootcamp ovvero centralità del Web e dei servizi IT, incluse le politiche in ambito social media e sicurezza.

La riunione dell’Advisory Board di CIOnet Italia è stata anche l’occasione per dare il benvenuto ai 5 nuovi membri del board nelle persone di Dario Castello, Ferdinando Peretto, Fulvio Grignani, Donatella Paschina e Marco Tagliavini che entrano all’interno del team qualificato presieduto da Enzo Bertolini, il Cio di Gruppo Ferrero.

Al termine dell’Advisory Board meeting si è svolto il CIObootcamp dedicato ai social media in cui sono stati presentati tre casi di successo ed è stata condotta un’intensa attività di networking tra i partecipanti, oltre 40.

«È una questione che riguarda il Cio la gestione degli effetti combinati delle nuove tecnologie Web, la maggiore potenza computazionale e una più veloce e pervasiva comunicazione e collaborazione digitale che va affermandosi tra le nuove modalità di gestione dei clienti, dei talenti, delle attività e dei nuovi modelli organizzativi?». La risposta è «Sì», secondo Alfredo Vinella, ex Cio del Gruppo Editoriale l’Espresso, che ha efficacemente introdotto il CIObootcamp sui social media nella prospettiva dei Cio. «È vero, anche se il marketing “sociale” sta portando l’IT verso territori inesplorati», ha ribattuto Enzo Bertolini che ha presentato i successi del prodotto Nutella su Facebook. Nutella infatti conta più di 8.4 milioni di fans su Facebook (marzo 2011) contro i 3,9 milioni dell’anno precedente. Altri prodotti della casa di Alba, come i Ferrero Rocher, hanno raggiunto 8,8 milioni di “I like it”; oltre 8 milioni anche per i Kinder. In Ferrero il marketing è l’owner del programma di comunicazione e della pubblicità, mentre l’IT è responsabile della fattibilità e dell’esecuzione del programma stesso. Per Ferrero, come in altre organizzazioni che hanno partecipato al CIObootcamp, il passo successivo sarà individuare una tecnologia idonea a intercettare, catturare e analizzare le informazioni ampiamente disponibili generate dai social media e dal Web. Come qualcuno ha osservato nel corso del bootcamp, ci sono aziende che utilizzano già queste informazioni con un approccio nuovo. In queste realtà il ruolo giocato dall’IT è quello di supporto all’attività di sperimentazione condotta a sostegno delle decisioni di business e di test sui nuovi prodotti, sui nuovi modelli di utilizzo e sulle nuove esperienze d’uso del cliente. In alcuni casi, questi nuovi approcci permettono alle aziende di prendere decisioni in tempo reale. Questo trend, se si affermerà, potrebbe trasformare radicalmente il modus operandi delle aziende stesse nel campo della ricerca, dell’innovazione e del marketing.
Ne è un esempio BTicino. Maurizio Brianza ha presentato i benefici di un approccio orientato al “co-creation work” ampiamente diffuso nella filiale italiana del Gruppo Legrand: «Negli ultimi anni, la capacità della community degli sviluppatori di auto organizzarsi sul Web per sviluppare e commercializzare prodotti e servizi post vendita ha fatto sì che la community stessa sia diventata una best practice di prioritaria importanza in azienda». La community MyOpen di BTicino comprende oggi dipendenti, installatori e partner ed è aperta anche ai concorrenti che possono così condividere suggerimenti e nuove idee di sviluppo dei prodotti avendo come ritorno informazioni e soluzioni. La piattaforma è completamente sviluppata dall’IT interna di BTicino e sta per essere adottata come best practice dell’intero gruppo.

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L’attività di sperimentazione e test è e sempre più sarà una practice fondamentale nel processo decisionale delle imprese. Sono però richieste nuove capacità, nuovi modelli organizzativi e un nuovo cambiamento culturale. Molti dei Cio che hanno partecipato al bootcamp hanno rilevato come le loro organizzazioni siano ancora lontane dall’aver accesso a tutti i dati disponibili. Alcune di esse non hanno ancora implementato le tecnologie necessarie per catalogare e analizzare le preziose informazioni cui possono accedere. Più semplicemente in azienda mancano i talenti e i processi ad hoc per progettare e condurre l’attività di sperimentazione. Alla fine dei lavori del CIObootcamp i convenuti hanno concluso che, per diffondere la cultura della sperimentazione continua, i manager devono essere i primi ad adottare un approccio “test and lear” per essere essi stessi un modello di riferimento per i loro team di lavoro. CIOnet in questo senso è fondamentale per condividere esperienze e casi aziendali tra manager coinvolti in tali tematiche.

Alfredo Gatti, managing director di CIOnet Italia