Tempo di opportunità per i Cio?


Come cambia il ruolo del Cio? Cosa chiedono oggi le imprese a chi governa la tecnologia? CSC, leader globale nella fornitura di servizi IT, presenta i risultati della survey condotta su 160 manager IT di grandi aziende, il 12% italiane

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Di fronte alle crescenti pressioni competitive, a cicli decisionali accelerati e a una nuova generazione di utenti sempre più esperti di tecnologia, il ruolo dei Cio in azienda sta decisamente cambiando. Le imprese, che emergono da un periodo economico difficile, guardano a essi come a consulenti strategici capaci di dare vita a un business reattivo, agile e collaborativo, cavalcando l’innovazione e guidando il management nella definizione di nuovi modelli di business. Ai Cio viene dunque chiesto di adottare le nuove tecnologie come driver per rendere le organizzazioni più snelle e intelligenti, strumenti in grado non solo di rispondere a esigenze organizzative, ma di contribuire alla formulazione di strategie e accrescere l’eccellenza operativa nella linea di business, creando valore.

È quanto emerge dal “Barometro Cio 2011” di CSC (www.csc.com/IT), leader globale nella fornitura di soluzioni e servizi IT innovativi in tutti i principali settori di mercato, che per il terzo anno ha intervistato, insieme al noto istituto di ricerca indipendente TNS Sofres (www.tns-sofres.com), 160 direttori IT e Cio di grandi aziende americane ed europee sulle caratteristiche, i risultati, ma anche le tendenze e le prospettive, della funzione IT. Abbiamo analizzato questi dati con alcuni Cio italiani.

Tra le principali evidenze: il 61% degli intervistati pensa che i vincoli di bilancio siano il principale freno all’innovazione. Il 72% dei Cio ritiene che l’identificazione e lo sviluppo di competenze chiave rappresentino una grande sfida. Il miglioramento delle competenze in termini di nuove tecnologie è uno dei fattori principali di questa sfida (65%). Più in generale, la gestione delle competenze e delle carriere sono di primaria importanza per il 60% dei Cio intervistati.

«Ritengo che il tema della contrazione del budget dell’ICT sia e sarà strutturale e non momentaneo – commenta Gianluca Giovannetti, Cio del Gruppo Amadori (www.amadori.it) -. A questo proposito è e sarà necessario intervenire per ridurre soprattutto quelli che sono identificabili come costi operativi attraverso alcune leve che vanno dall’industrializzazione dei servizi ICT alla totale efficienza ed efficacia della “macchina operativa”. Tutto questo per evitare una contrazione degli investimenti necessari per innovare/trasformare l’azienda, che sono fondamentali anche e soprattutto in momenti come quelli che stiamo vivendo. Ridurre risorse atte a supportare il cambiamento delle nostre aziende è come dichiarare la resa di fronte alle difficoltà».

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Il Cio può agevolare la transizione del business da un’organizzazione più efficiente (grazie alla riduzione dei costi e all’ottimizzazione dei processi) a una più intelligente, cioè maggiormente in grado di anticipare il rischio e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti finanziari, economici, politici e tecnologici. Questo si può ottenere accelerando l’adozione di nuovi strumenti di collaborazione e delle opportunità offerte dal Cloud computing. Per il 78% degli intervistati, le aspettative sui Cio sono ora soprattutto correlate “alla loro leadership in termini di innovazione e creazione di valore attraverso nuove tecnologie”. Alcune aziende l’hanno capito e stanno iniziando a trasformare le loro reti in ecosistemi partecipativi.

I Cio devono assumersi la responsabilità dell’apertura delle aziende a nuove tecnologie che possono essere integrate nelle linee di business. Con poco sforzo, questi strumenti permettono di aumentare l’impegno del personale e di tutte le parti coinvolte nei processi di progettazione, produzione e distribuzione di prodotti e servizi, anche se sono separati nello spazio e nel tempo. Inoltre, la collaborazione sociale facilita l’individuazione di esperti, la condivisione della conoscenza, la tutela del know how e una rapida risoluzione degli incidenti e delle interazioni con i clienti. È una fonte inesauribile di valore.

«L’attuale situazione di crisi a livello mondiale, che ha ridimensionato drasticamente i budget ICT (e non solo) delle aziende, costituisce una preziosa opportunità per ripensare il ruolo dell’ICT in azienda – sostiene Alessandro Musumeci, direttore centrale sistemi informativi delle Ferrovie dello Stato Italiane (www.fsitaliane.it) -, focalizzando maggiormente l’innovazione tecnologica sui processi di business a valore aggiunto dell’azienda, eliminando tutte quelle sovrastrutture e sistemi che si sono stratificati negli anni, ma che non portano un reale valore all’azienda. Questo dato emerge con chiarezza dal rapporto CSC che costituisce un prezioso vademecum per la riorganizzazione dell’ICT in azienda».

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I risultati del sondaggio mostrano inoltre che le tre principali evoluzioni nel ruolo del Cio, negli Stati Uniti come in Europa, riguardano il suo coinvolgimento: nel processo di cambiamento o nelle evoluzioni del business (69%), nella strategia dell’organizzazione (68%) e nell’accelerazione dell’innovazione (63%).

«Il report conferma alcuni elementi fondamentali per il successo dei responsabili ICT nel prossimo futuro – aggiunge Claudio Tancini, IT operation manager di Zurich Insurance Italia (www.zurich.com/italia) -: la sfida per i manager è, a mio avviso, quella di sintetizzare nella propria azione professionale quattro fattori chiave: concreta capacità di riduzione dei costi, conoscenza dell’ICT per poter governare l’innovazione, comprensione del proprio business e dei clienti interni, attenzione alla sicurezza e alla sostenibilità nella gestione dei sistemi. Il Cio che emerge dalla survey è persona competente di tecnologia e orientata al supporto del business, in grado di bilanciare l’introduzione di nuove soluzioni in un ecosistema che deve costare sempre meno e mantenere un livello di sicurezza e affidabilità ormai indispensabile per il business online e i percorsi di consumerization».

La maggiore evoluzione del contributo del Cio all’interno dell’organizzazione riguarda le nuove tecnologie, che sono i driver dell’innovazione e vanno integrate nel business. L’83% dei Cio intervistati afferma di avere una crescente influenza sulla leadership dell’innovazione e sulla creazione di valore attraverso le nuove tecnologie. Questi risultati sono simili in Europa e negli USA.

Sia negli Stati Uniti che in Europa, l’80% dei Cio ritiene la sicurezza dell’IT la sfida numero uno per i prossimi anni. L’importanza di altre sfide è invece distribuita in modo più eterogeneo. Per esempio, razionalizzare il costo dei servizi e individuare e sviluppare le competenze chiave sono le sfide più importanti per i Cio europei (oltre il 70% di loro contro il 50% circa degli omologhi USA). Anche il miglioramento dei tempi di consegna e il controllo dell’outsourcing dei servizi sono considerati quattro volte più importanti in Europa rispetto agli Stati Uniti. Al contrario, i Cio statunitensi privilegiano l’ottimizzazione della conduzione finanziaria e operativa dell’IT (77% contro il 58% in Europa) e la leadership nell’innovazione per mezzo di nuove tecnologie (66% vs 57%).

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Migliorare la comunicazione tra il reparto IT e il business è considerata un’azione prioritaria (86% dei Cio intervistati) sia in Europa che negli Stati Uniti. Aumentare la visibilità dei servizi offerti, la loro efficienza e i costi connessi (69%), così come la gestione condivisa e la valutazione di applicazioni e software all’interno dell’azienda (68%), sono altri punti decisivi. La creazione di team IT e business interconnessi è un fenomeno più comune negli Stati Uniti, mentre l’Europa ricorre più spesso allo sviluppo di una duale competenza tecnica/business tra il personale IT.

Negli Stati Uniti così come in Europa, l’outsourcing ha un impatto positivo sullo sviluppo dell’innovazione. Tuttavia, secondo i Cio degli Stati Uniti l’outsourcing è essenzialmente utilizzato per ridurre i costi: il 43% delle organizzazioni statunitensi intervistate crede che l’impatto dell’outsourcing sulla riduzione dei costi sia positivo, rispetto al solo 33% in Europa.

«La mia esperienza personale si colloca in un contesto molto particolare, quello di un’azienda di medie dimensioni, che negli ultimi anni ha deciso di investire fortemente in nuovi progetti IT per supportare la crescita aziendale – spiega infine Nicola Rivezzi, IT manager di Metropolitana Milanese (www.metropolitanamilanese.it) -. La struttura IT è molto snella, con 8 persone dedicate su un totale di circa 800 addetti; per forza di cose dobbiamo esternalizzare molto, mentre internamente ci dedichiamo alla governance delle attività. Per il prossimo anno, come per l’anno precedente, una grossa fetta di budget (intorno al 50%) sarà confermata per la realizzazione di nuovi progetti. Gli interventi che faremo sono mirati a snellire e agevolare le operazioni di business, contribuendo a una maggiore efficienza ed efficacia dei processi. In questa ottica l’IT sta assumendo in azienda il ruolo di agente per l’innovazione e il cambiamento, attraverso il colloquio costante con le linee di business e la condivisione degli obiettivi, nel rispetto della strategia aziendale».