PASSEPARTOUT SARÀ IL NUMERO UNO!


Stefano Franceschini è sempre più convinto del successo di Businesspass, la piattaforma che concretizza il progetto di studio professionale esteso

«Vogliamo essere il numero uno nel software per i commercialisti». Stefano Franceschini, fondatore e presidente di Passepartout (www.passepartout.net), non nasconde la propria soddisfazione all’indomani del “Businesspass incontri duemiladieci”. L’evento itinerante, sviluppato in 67 convegni concentrati in due settimane, ha infatti registrato la presenza di ben 1.280 commercialisti che, per un giorno, hanno lasciato i propri studi in tutta Italia per ascoltare l’innovativa proposta presentata da Passepartout.

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Businesspass, in effetti, merita una simile attenzione, poiché rappresenta una rivoluzione nel settore, grazie alla sua capacità di creare uno studio professionale esteso. Azienda e commercialista, infatti, accedono contemporaneamente agli stessi dati, che possono risiedere anche presso la server farm di Passepartout. Una modalità operativa che minimizza qualunque spreco, in termini di hardware, software e gestione, oltre a massimizzare l’efficienza

Allo stesso modo salvaguardia e business continuity sono problemi superati, in quanto gestiti in modo centralizzato e industrializzato sfruttando soluzioni ingegnerizzate appositamente per queste funzioni.

«Abbiamo lavorato molto su questo progetto – riprende Franceschini – e nel prossimo futuro sentirete ancora parlare molto di noi, poiché abbiamo portato un’autentica rivoluzione in un mercato che, da molto tempo, era chiuso e focalizzato su modalità ormai superate».

Condividere i dati, in tempo reale, evita anche inutili spostamenti di documenti fra azienda e commercialista, così come previene i rischi di errori nella digitazione e, soprattutto, consente ai professionisti di utilizzare il personale per svolgere un’attività di reale supporto e consulenza ai clienti.

«Dopo la nostra proposta – sottolinea Franceschini – anche alcuni concorrenti hanno cercato di utilizzare la stessa idea, adattando però prodotti che, al contrario di Businesspass, non sono nati per l’utilizzo attraverso Internet. Lo dimostra il fatto che vengono proposti allo stesso prezzo di prima, più alto del nostro, ma con funzionalità e prestazioni decisamente inferiori».

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Simili limiti, secondo il presidente di Passepartout, «indurranno molti professionisti, alla ricerca di soluzioni capaci di offrire un reale supporto al proprio business, ad abbandonare software house ed editori che cercano di vendere anche software, ma senza possedere le necessarie competenze specifiche. Del resto i numeri registrati nel corso dei nostri eventi e l’interesse scaturito ci inducono a ritenere che, entro la fine del 2011, almeno mille commercialisti e i loro clienti avranno adottato Businesspass. Un folto gruppo che andrà ad aggiungersi a quanti, già nostri utenti, migreranno verso questa soluzione».

Si tratta di numeri importanti e che, come spiega il direttore commerciale Corrado Rossi, vedranno «coinvolta, con un ruolo sempre più attivo, la nostra rete di partner certificati. Per queste figure professionali, infatti, oggi è difficile farsi retribuire adeguatamente un’istallazione o un aggiornamento. Ma, con la nuova modalità di erogazione, le attività di routine vengono gestite centralmente, mentre la professionalità dei partner sarà determinante per svolgere un ruolo formativo e di personalizzazione dei prodotti presso gli utilizzatori».