Symantec: è l’ora del Cloud privato


Capitalizzando sui punti di forza dell’offerta storage e alta disponibilità della ex Veritas, Symantec costruisce un’offerta ad hoc per realizzare “nuvole” private basandosi sull’infrastruttura già esistente, come spiega Dan Lamorena, top manager dell’area Storage della società

 

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Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti: oggi si parla così tanto di Cloud che molti sono convinti di trovarsi davanti alla vera panacea per tutti i problemi dell’IT aziendale. Ma quando poi si tratta di passare dalle parole ai fatti, comincia ad affiorare qualche timido scetticismo. Le riserve principali riguardano aspetti cruciali come la disponibilità del servizio, l’agilità dell’infrastruttura e la sicurezza. Lo ha confermato anche una recente ricerca, la “State of Cloud Survey”, condotta per Symantec (www.symantec.it) tra la primavera e l’estate 2011 e basata su 5.300 responsi provenienti da 38 Paesi in tutto il mondo. Particolarmente interessante è stato il fatto che l’indagine abbia evidenziato come le aziende che hanno implementato tecnologie Cloud non abbiano raggiunto i risultati e i vantaggi attesi: se l’88% si aspettava di migliorare l’agilità IT con il Cloud, solo il 47% ha dichiarato di aver raggiunto questo obiettivo. E qualche carenza nei risultati ottenuti si è avuta anche nelle aree disaster recovery, recupero di efficienza, diminuzione delle spese operative e miglioramento della sicurezza.

A correre ai ripari ci ha pensato Symantec stessa, che all’inizio dello scorso ottobre ha rinnovato la linea di prodotti per l’alta disponibilità e la gestione dello storage, proponendo la versione 6.0 delle soluzioni in gran parte basate su quella che era l’offerta di Veritas, la società acquisita anni fa, e che costituisce tuttora “una buona fetta” del business di Symantec, come conferma Dan Lamorena, director product marketing dell’area Storage and Availability Management della società, in un incontro con Data Manager.

In particolare, tra le proposte spiccano le nuove versioni di Veritas Storage Foundation, Veritas Cluster Server e Veritas Operations Manager, che costituiscono oggi un insieme integrato per offrire alle aziende la possibilità di costruire il proprio Cloud privato basandosi sull’infrastruttura di data center preesistente. «Il private Cloud è oggi la strada maestra da intraprendere per adottare i paradigmi Cloud capitalizzando sugli asset IT già presenti in azienda – spiega Lamorena – e la nostra offerta aiuta le imprese a gestire i propri servizi business end-to-end con elasticità, anche nel caso in cui ci si basi su molteplici tecnologie di virtualizzazione e sistemi operativi, oltre a piattaforme storage eterogenee».

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Una console unificata di gestione

Nella visione di Symantec esposta da Dan Lamorena, i punti chiave nella realizzazione di un Cloud privato sono essenzialmente tre: «Prestare attenzione ai business services, per i quali serve visibilità, unita alla capacità di gestire il proprio data center da una prospettiva di business e non più solo tecnologica, disporre di storage resiliente e il più possibile elastico per adattarsi ai carichi di lavoro del Cloud, e infine gestire al meglio l’intera infrastruttura, da un singolo punto di controllo integrato». Quest’ultimo aspetto, fondamentale, è demandato a Veritas Operations Manager, la console unificata per la gestione e il reporting intelligente.

Più in dettaglio, Veritas Operations Manager costituisce un singolo punto di gestione per server fisici e virtuali, che permette di visualizzare, analizzare e controllare l’accessibilità dei business services e gli ambienti di storage eterogenei sui data center. Ma non solo: Veritas Operations Manager consente anche di adottare azioni per ottimizzare e scalare l’utilizzo dello storage con la suite di prodotti Veritas Storage Foundation, che permette di scegliere la soluzione hardware più adatta in base alle esigenze di storage e integra tutte le funzioni avanzate di storage array. Infine, grazie ai tool incorporati di deduplica e di compressione dei dati, «si può ridurre l’occupazione dello spazio storage dal 50 all’80%, incrementando ulteriormente l’efficienza complessiva dell’intera infrastruttura», conclude Lamorena.