LE NUOVE REGOLE DEL NETWORKING SECONDO HP

Presentata la nuova architettura FlexNetwork che include soluzioni per la gestione unificata di data center, campus e filiali

 

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Londra – Nell’impresa moderna tutto è mobile, connesso, interattivo, immediato e fluido. La crescita esponenziale dei volumi dei dati, degli utenti e dei dispositivi d’accesso sta sottoponendo le reti aziendali a pressioni senza precedenti: applicazioni video, social, Cloud e mobile devono “viaggiare” in maniera sempre più rapida e sicura su infrastrutture tradizionali e virtualizzate, pena la perdita di efficienza e competitività. HP (www.hp.com/it) lo sa e, puntando sugli standard aperti, continua a migliorare la propria offerta di networking, che oggi integra il meglio delle tecnologie ProCurve, 3Com, H3C e TippingPoint. Lo conferma il lancio di FlexNetwork, un’architettura unificata per data center (FlexFabric), campus (FlexCampus) e filiali (FlexBranch) governata da un unico sistema di gestione (FlexManagement), presentata a Londra all’inizio di maggio nel corso di un evento paneuropeo svoltosi nella suggestiva cornice del Chelsea Stadium.

La nuova architettura è basata su standard aperti e certificati per integrarsi in maniera trasparente in ambienti eterogenei, consente di scalare in due dimensioni (caratteristiche e prestazioni), garantisce livelli di sicurezza estremamente elevati grazie agli HP Digital Vaccine Labs (DVLabs), permette una gestione più flessibile delle architetture a uno e due livelli e delle reti basate su Soa e, per finire, semplifica la vita agli amministratori di rete grazie a un sistema di gestione unificato.

Vediamo un po’ più da vicino le soluzioni che abilitano tutto questo, concentrandoci su tre novità: la famiglia di switch core per campus HP A10500, il sistema di Intrusion Prevention (Ips) HP TippingPoint S6100N e la release 5 del software HP Intelligent Management Center (Imc). Le soluzioni FlexCampus, indirizzate dai nuovi switch HP A10500, che si confrontano con le soluzioni di fascia alta della linea Catalyst di Cisco e forniscono prestazioni terabit con tempi di latenza molto bassi e un consumo energetico ridotto, semplificano le implementazioni delle reti aziendali riducendo i livelli e le porte di rete utilizzati per connettere gli switch, con evidenti vantaggi in termini di scalabilità e flessibilità. Il nuovo Ips S6100N fornisce un throughput controllato fino a 16 Gbps proteggendo al meglio ambienti fisici, virtuali e ibridi e garantendo, nel contempo, la disponibilità delle applicazioni nel momento in cui vengono richieste. La nuova release del software Imc, infine, unifica la gestione di rete virtuale e fisica rilevando automaticamente i sistemi virtuali, gli switch virtuali e la loro relazione con la rete fisica: un’unica consolle, provvista di indicatori di stato per le reti, i carichi di lavoro e i sistemi virtuali, semplifica le attività di monitoraggio e velocizza la distribuzione di applicazioni e servizi. L’introduzione di una nuova architettura di networking, che magari va a integrare e/o a sostituire altre di tipo proprietario, richiede naturalmente un’analisi accurata e un’attenta pianificazione prima di avviarne l’implementazione, per cui HP affianca alla proposizione dei nuovi prodotti, che sono parte integrante della più ampia strategia di Converged Infrastructure, una vasta gamma di servizi tesi ad accompagnare le organizzazioni pubbliche e private in un percorso evolutivo che, inevitabilmente, coinvolge anche le infrastrutture di rete.

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