Web e vecchie analogie. Innovare anche i centri media

Secondo McKinsey, nel 2012, il contributo diretto di Internet al PIL è stato del 3% in Francia e di oltre il 5% in Svezia e UK, mentre solo del 2% in Italia. Negli ultimi 15 anni, sono stati tuttavia creati circa 700mila posti di lavoro collegati al web. Di questi, il 60% è direttamente collegato a Internet, sia nei settori altamente digitalizzati, sia in quelli più tradizionali. Nel 2010, si stima che il contributo diretto di Internet al PIL italiano sia ammontato a circa 30 miliardi di euro, una cifra che include i consumi privati e pubblici, gli investimenti privati e pubblici legati all’ICT. Restano – però – pochi investimenti su persone e conoscenza. Ecco, il vero freno a una ripresa sostenibile: un dato sul quale anche comunicatori e PR manager delle agenzie media dovrebbero riflette. Forse, bisognerebbe trovare il modo di misurare anche l’efficacia dell’azione di queste agenzie (alcune blasonatissime) che gestiscono – e in alcuni casi tengono in ostaggio – i budget delle aziende, sfruttando il web come la gallina dalle uova d’oro, ma applicando logiche feudali.

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