Chi sono i nuovi Paperoni? Il rapporto Capgemini sulla ricchezza

Nel 2011 gli investitori si aspettavano una ripresa graduale dell’economia globale, ma la crisi del debito sovrano dell’Eurozona ha causato un aumento della volatilità del mercato e ha rallentato la crescita. La crisi ha evidenziato, in tutta la sua durezza, il dilemma tra austerità e crescita. L’incertezza del mercato ha indirizzato gli investitori verso investimenti a basso rischio. La popolazione mondiale degli HNWI (individui con patrimonio finanziario superiore a un milione di dollari) nel corso del 2011 è leggermente cambiata, attestandosi intorno agli 11 milioni, ma il loro patrimonio investibile è diminuito dell’1,7%, arrivando a 42mila miliardi di dollari americani. I dati sono quelli del World Wealth Report 2012 di Capgemini, che rappresenta una finestra importante sul 98% della ricchezza del mondo. Nella classifica, l’Italia si mantiene salda al decimo posto. Dopo tre anni, nelle prime pagine del rapporto non si legge più la parola “crisi”, ma il 2012 resta un anno decisivo. Nello scenario dell’industria bancaria cambia il time-to-market, cambiano i servizi, i rendimenti, la composizione del portafoglio e le modalità di valutazione del rischio. Davanti alle sfide del private banking in termini di costi e di rendita, «la scalabilità è il fattore chiave per il raggiungimento degli obiettivi di crescita e per il miglioramento delle relazioni con i clienti». Parola di Roberto Manini, vice president financial services, Capgemini Italia. «La modernizzazione dei modelli di business – spiega Manini – è necessaria per guadagnarne in flessibilità e per raggiungere gli obiettivi di crescita. La tecnologia può aiutare le società a rifocalizzare l’attenzione sulle strategie, per incorporare la scalabilità nei loro modelli di business, fidelizzando il cliente».

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