IBM: il 2016 è stato un anno record per le violazioni informatiche

Dodici mesi di insicurezza per il mondo hi-tech soprattutto per i comparti più avanzati, che dovrebbero essere maggiormente protetti

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Il 2016, per la sicurezza informatica, è stato un anno difficile. Stando ad alcuni dati offerti da IBM, il volume delle violazioni è cresciuto del 566%, passando dalle 600 milioni del 2015 ai 4 miliardi dei successivi dodici mesi. L’aspetto ancora più grave è che queste hanno interessato in larga parte soggetti di alto profilo, quelli che più di altri dovrebbero essere protetti da misure di prevenzione avanzata. Le informazioni rubate includono carte di credito, password e dettagli sullo stato di salute delle vittime, anche se si nota un certo cambio di strategia rispetto al passato. “Guardando al 2016 – spiega IBM – vediamo un avanzamento di breach significativi verso sistemi che conservano dati non strutturati, come gli archivi di email, i documenti di business, le proprietà intellettuali e i codici sorgente”.

Proteggere meglio

Informazioni del genere non si trovano su computer e reti personali (non sempre almeno), dunque è lecito pensare che ad essere presi di mira siano stati network più alti, quelli che governano canali di transito peculiari, come i collegamenti dai server degli ospedali ai computer dei pazienti, che accedono alle varie tipologie di contenuti che li riguardano. La divisione IBM X-Force Threat Intelligence, che si è occupata della ricerca disponibile a questo indirizzo, monitora costantemente i sistemi di circa 8.000 clienti in 100 paesi, con rilevatori di traffico malevolo che nel 2016 hanno scovato e tracciato oltre 8 milioni di attacchi spam e phishing al giorno. “I cybercriminali si evolvono in continuazione, aggiornando le loro armi informatiche – ha detto Caleb Barlow, Vice President di Threat Intelligence di IBM Security – se l’anno scorso il numero di violazioni ha raggiunto un record storico è anche grazie ai ransomware, tra le minacce cresciute più velocemente perché facilmente veicolabili tramite un clasdico allegato di posta elettronica”.

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