Il primo Museo Nazionale del Cinema Italiano sarà a Roma e «non può che essere a Cinecittà, luogo dove il nostro cinema è nato» – spiega il ministro di Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini.

Ma l’annuncio viene accolto criticamente da Torino, dove il presidente Ugo Nespolo polemizza così: «Il ministro dovrebbe pensare a chiudere i musei che non funzionano, invece di aprirne di nuovi. E con i soldi che risparmia aiutare quelli che vanno bene». Il riferimento è chiaramente al museo del cinema ospitato dalla Mole Antonelliana, di cui comunque Franceschini tesse le lodi definendolo «un bellissimo museo del cinema a Torino ma è un museo che parla del cinema di tutto il mondo, dai fratelli Lumière a oggi. Credo ci sia invece bisogno di un luogo attrattivo anche per i giovani, in cui si racconta la meravigliosa storia del cinema italiano. E un museo nazionale del cinema italiano non può che essere a Cinecittà, luogo dove il nostro cinema è nato. È un progetto su cui stiamo lavorando, costruendo il più possibile livelli di integrazione tra le diverse istituzioni», spiega Franceschini. E proprio Cinecittà è stata recentemente omaggiata da Google in occasione del 77esimo compleanno del cinema italiano, con uno dei suoi coloratissimi Doodle.

 

Cinecittà luogo di produzione e memoria

A prendere in mano il progetto saranno le Teche Rai, già da tempo impegnate nella digitalizzazione del proprio immenso archivio, l’Istituto Luce che sta avviando lo stesso processo e la Cineteca Nazionale. Anche il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, si dichiara entusiasta dell’iniziativa ed esorta a «promuoverla con forza».
L’obiettivo è anche quello di dare una nuova attrattiva al turismo già enorme che investe ogni anno la capitale. Ma soprattutto, spiega il ministro, così «Cinecittà manterrebbe la sua vocazione di luogo di produzione e insieme di memoria».
Sembra che il Museo debba sorgere in un’area ancora non ben definita all’interno di Cinecittà e sarà strutturato in modo da avere un’ampia sezione dedicata alla multimedialità, con filmati d’epoca, fotografie e tutto il materiale visivo che ha reso indimenticabile la storia del nostro cinema. Ma un ruolo importante avranno anche gli «oggetti» dei film, dalle prime macchine da presa usate in Italia alle pizze con le pellicole dei nostri primi successi, così come pezzi memorabili e commoventi la sedia da cui dirigeva Fellini.
«Le cose da fare sono tante e ci sono pochi soldi – conclude il ministro – Però ci impegniamo perché queste cose si facciano anche con quei pochi soldi».

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