Sempre più spesso i bambini bevono sostituti del latte vaccino, come quello di soia, riso, capra o mandorle,  aumentando di più del doppio le probabilità di soffrire di carenza di vitamina D, una sostanza che non solo fa bene alle ossa e favorisce lo sviluppo, ma ha effetti positivi anche sul cervello

E’ quando emerso da una ricerca condotta presso il St. Michael’s Hospital e pubblicata sul Canadian Medical Association Journal.

I sostituti del latte non la contengono naturalmente

Lo studio ha coinvolto quasi 4mila bambini di età tra uno e 6 anni: esaminando la quantità di vitamina D presente nel loro sangue, è emerso che per ogni tazza di latte non vaccino consumata in sostituzione si verifica una riduzione del 5% nei livelli plasmatici mensili di vitamina D. Questo comporta seri rischi che i piccoli siano carenti di questo fondamentale nutritivo. Così come il latte biologico sarebbe carente di elementi preziosi per la salute,  anche i sostituti del latte vaccino non contengono vitamina D presente naturalmente nel prodotto, quindi sono i produttori che devono aggiungerla, insieme al calcio, disorientando spesso il consumatore nella scelta.
Un’altra ricerca che torna a nobilitare il latte vaccino, dunque, dopo la smentita da parte degli esperti riguardo agli effetti nocivi legati al suo consumo. In questi anni infatti è stata portata avanti una vera e propria campagna contro il latte vaccino, asserendo che che lo stomaco umano non si è ancora evoluto abbastanza velocemente per poterlo assimilare o che berlo in età adulta non ha alcun effetto benefico ma anzi può condurre all’osteoporosi, in quanto, per smaltire le proteine animali di cui è ricco, l’organismo sottrae calcio alle ossa. 

 

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