Miracolosa operazione al centro trapianti di Pisa, dove il marzo scorso un bambino di 8 anni è stato salvato da un trapianto di rene proveniente dalla madre, nonostante fosse un donatore doppiamente incompatibile

L’intervento è stato eseguito con successo il marzo scorso, ma la notizia è stata diffusa solo ieri in una conferenza stampa dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana. Si è trattata di una precauzione per poter effettivamente assicurarsi che madre e figlio fossero fuori pericolo dal rischio di crisi di rigetto. E’ il primo caso di trapianto di rene in Italia da un donatore incompatibile sia per gruppo sanguigno che per anticorpi.

Superati due fattori prima invalicabili

Il piccolo, nato nella Repubblica di San Marino con una grave insufficienza renale che lo ha costretto alla dialisi fin dal primo anno di età, è stato sottoposto ad un delicato intervento condotto dal chirurgo Ugo Boggi nel centro trapianti di Pisa.

Boggi ha spiegato che lo straordinario risultato consiste “in due fattori fino a questo momento considerati invalicabili: trapiantare in un bambino di piccola taglia il rene di un adulto e trapiantare un organo doppiamente incompatibile, per gruppo e per la presenza di anticorpi, evitandone il rigetto. Abbiamo scelto di percorrere questa strada con prudente coraggio e il risultato è stato fortunatamente positivo”.

In passato era già stato tentato il trapianto di rene sul bambino, ma il primo tentativo effettuato in un centro trapianti pediatrico era stato un insuccesso, a causa di una trombosi (coagulazione del sangue all’interno dei vasi). Purtroppo questo è un rischio frequente nei trapianti pediatrici, soprattutto se il donatore è un coetaneo o è comunque un bambino piccolo.

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Inoltre questo causa un processo di “immunizzazione” con oltre il 90% dei potenziali donatori in quanto il sistema immunitario produce anticorpi in grado di reagire con gli antigeni del 92% dei possibili donatori. La famiglia si è allora rivolta a centri di trapianto, inserendosi in una lista d’attesa in attesa nelle speranza di trovare un donatore compatibile. Questa straordinaria scoperta ha invece potuto salvare la vita del bambino, nonostante la doppia incompatibilità.