A destare la sorpresa maggiore non è tanto la vittoria del Trentino Alto Adige che svetta ancora una volta nella classifica della green economy, quanto l’inaspettata risalita delle regioni del sud, in forte espansione nel settore agroalimentare biologico

A stabilire la graduatoria che vede ancora una volta il Trentino sul podio, è uno studio di Fondazione Impresa pubblicato oggi su Corriere della Sera. Una tabella finale che si basa sull’incrocio dei punteggi ottenuti in 21 categorie: energie rinnovabili, risparmio energetico, riciclo rifiuti, agricoltura biologica, edilizia ecosostenibile, quantità di emissioni ci co2, piste ciclabili ed ecoturismo.

Il boom della produzione agroalimentare bio

In realtà, parlando di qualità della vita e attitudine “green” della popolazione, che è determinata prima di tutto dalle scelte individuali, ormai ci siamo abituati a considerare le province di Trento e Bolzano come le più virtuose. A stupire è invece il fatto che a breve distanza dai primi in classifica (Trentino, Marche e Valle d’Aosta) troviamo ben tre regioni del sud: Abruzzo al quarto posto, Basilicata al sesto e Calabria all’ottavo.
Certo, a questa risalita ha contribuito anche il fatto che nel frattempo il Trentino Alto Adige ha perso alcuni punti rispetto all’anno precedente, mantenendo però la vetta della classifica soprattutto grazie alla sua produzione di energia idroelettrica. D’altra parte, la rivincita del sud è dovuta in gran parte ad una produzione agroalimentare biologica sempre più in espansione, contrariamente a quanto sta avvenendo per altri settori agricoli. Una piacevole sorpresa, dopo quella che  vede l’Italia al top della classifica dei Paesi dell’Unione europea più green nel 2014, rivelandosi lo stato che ha consumato meno risorse di energia.

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