E’ pronto per il suo debutto e per la commercializzazione, l’innovativo sistema robotico portatile sviluppato al Sant’Anna di Pisa, che permetterà di riabilitare i pazienti colpiti da ictus

Si tratta di un avveniristico sistema approntato da Humanware, azienda spin off della Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con il Laboratorio di robotica percettiva dell’Istituto Tecip (tecnologie della comunicazione, dell’informazione, della percezione) della stessa Scuola Superiore Sant’Anna. Il robot è già in uso in fase sperimentale al centro di riabilitazione “auxilium vitae” di Volterra e all’ospedale di Cisanello, a Pisa.

Il nuovo sistema è stato ribattezzato “motore” e rappresenta un nuovo strumento per il recupero e per la valutazione funzionale dell’arto superiore in pazienti che colpiti da traumi di neurologici. La riabilitazione avviene tramite attività ludiche, come giochi e quiz stimolanti, che coinvolgono tutti i sensi per accelerare i tempi di recupero. Il robot è di supporto ai pazienti dando loro le forze necessarie e nel mantenimento di traiettorie fluide ed efficaci, con l’obiettivo di ottimizzare il percorso di riabilitazione. Non è la prima volta che la tecnologia viene in soccorso dei pazienti colpiti da ictus: ricordiamo ad esempio il collare hi-tech per limitare i danni al cervello e lo speciale chip che, impiantato sotto pelle, rivela eventuali anomalie del battito cardiaco sintomi di ischemia cerebrale. Sembra che siano maggiormente a rischio di ictus le persone soggette a frequenti attacchi di rabbia e  quelle sottoposte a condizioni di stress eccessivo. Recenti studi tuttavia sostengono che questo rischio può essere diminuito del 20% semplicemente mangiando frutta e verdura o assumendo delle miracolose “pilllole al cioccolato”.

Maneggevole e divertente

Il robot “motore” si distingue per leggerezza e maneggevolezza, rispetto ai bracci robotici attualmente sul mercato: caratteristiche che lo rendono facilmente trasportabile e collocabile anche su una scrivania, dove può muoversi su ruote collegato senza fili ad un computer, regalando al paziente un’esperienza simile a quella di un videogioco.
“Motore” misura con esattezza forza e movimenti, monitorando i progressi ottenuti grazie alla terapia. L’introduzione di questo sistema, che non necessita di una figura di supporto, consente ad un solo terapista di occuparsi di più persone contemporaneamente, con una riduzione di spesa a carico del sistema sanitario: in questo modo si potranno curare più pazienti a parità di costo. “Motore” inoltre può essere usato anche a domicilio dal paziente o in una residenza sanitaria assistita.

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Un sistema che richiede la volontà del paziente

Andrea Scoglio, responsabile di Humanware e coinvolto nel progetto, sottolinea che

«l’aspetto peculiare di “Motore”, dal punto di vista clinico, è la volontarietà richiesta al paziente, aiutato soltanto se mostra l’intenzione di eseguire l’esercizio; questo aspetto è molto importante, trattandosi di una riabilitazione che coinvolge il sistema nervoso centrale. Inoltre, è stata fornita risposta a un’esigenza avvertita da tempo e cioè poter lavorare con un sistema tecnologico semplice da usare e da proporre al paziente, in grado di fornire risposte esaustive sotto l’aspetto terapeutico, senza dover ricorrere a dispositivi complessi e particolarmente costosi. Il sistema testimonia il bisogno del settore di offrire – conclude – tecnologia sempre meno invasiva e meno costosa».

«Motore – aggiunge Carlo Alberto Avizzano, coordinatore del Laboratorio di robotica percettiva della Scuola Superiore Sant’Anna – è un sistema leggero e compatto, eppure è dotato delle stesse caratteristiche di dispositivi più ingombranti e complessi. Questo sistema materializza lo sforzo e le esperienze maturate nel corso di anni di ricerca presso l’Istituto Tecip della Scuola superiore Sant’Anna in un prodotto innovativo, che potrà rivelarsi presto in tutte le sue utilità, non soltanto economiche ma anche sociali».