Finalmente avremo una risposta alla domanda che l’uomo si pone da sempre: esistono gli alieni? A rispondere è il capo della Nasa, che annuncia le prove definitive entro 20 o 30 anni

E’ lo scienziato alla guida della Nasa, Ellen Stofan, a sbilanciarsi su un tema dibattuto da anni: siamo soli nell’Universo? “Finalmente potremo rispondere a questa domanda”, assicura la scienziata.

La risposta della scienziata è sicuramente positiva riguardo all’esistenza, tanto da lanciare una dichiarazione-bomba durante un convegno a Washington. “ Abbiamo forti indicazioni che troveremo forme di vita oltre la Terra nel prossimo decennio”, rivela la Stofan. Si accenna a dei segnali, senza un’indicazione precisa di quali siano, ma la scienziata afferma che: “ci sono molte probabilità che nei prossimi 20 o 30 anni l’umanità riesca a trovare le prove definitive”.

Alieni simili a plancton

Sembra che la Nasa stia nascondendo qualcosa, dalle rivelazioni di Stofan, come se ci fosse una pista inedita da seguire che dà questa certezza mai mostrata dall’agenzia spaziale americana:

“Sappiamo dove guardare e come guardare – spiega la Stofan – Nella maggior dei casi abbiamo anche a disposizione la tecnologia adeguata per farlo”.
Gli alieni sono cattivi e vogliono invadere la Terra come nei film di fantascienza quali Indipendence Day o La guerra dei mondi oppure sono presenze innocue come in Cocoon o E.T., da cui non dobbiamo temere nulla di male per la nostra specie?
La Stofan spegne un po’ gli entusiasmi di chi già immaginava gli alieni aderenti ad uno dei modelli proposti dalla cinematografia: “ovviamente non stiamo parlando di omini verdi, ma di microrganismi”. Niente Predator, quindi, ma piuttosto qualcosa di simile ai plancton.
Forse qualcuno rimarrà deluso, ma la dichiarazione è comunque sorprendente ed arriva dopo le rilevazioni sull’acqua presente negli altri pianeti. Alcuni astronomi ritengono che la presenza di inquinamento nell’atmosfera di altri pianeti sia un segnale della presenza di vita intelligente.

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Dove c’è acqua c’è vita

“Forniscono l’ispirazione per continuare ad indagare le affascinanti possibilità di altri mondi, la vita, e l’universo”. Al convegno è intervenuto anche il direttore del dipartimento di planetologia della Nasa, Jim Green. Il suo studio sull’atmosfera sopra le calotte polari di Marte ha rivelato che oltre il 50% dell’emisfero Nord del pianeta è stato in passato ricoperto da oceani profondi diverse miglia.
Il sistema solare, al quale pare si sia aggiunto un nuovo corpo celeste, presto potrebbe non essere più un confine così insormontabile: “Credo che siamo distanti circa una generazione dal raggiungimento di questo limite”, spiega John Grunsfeld, ex astronauta e amministratore associato del Science Mission Directorate dell’agenzia spaziale americana. Il prossimo passo “sarà un pianeta orbitante intorno ad una stella vicina a noi”, aggiunge.
La Nasa e l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) metteranno in moto nei prossimi anni una nuova squadra di satelliti alla ricerca di acqua nello spazio e probabilmente anche di vita aliena.