Un professore di linguistica ha analizzato il grado di adozione di faccine e simboli, vero linguaggio universale dell’era moderna

Chiamiamoli pure murales 2.0. Le emoji sono di gran lunga il tipo di lingua adottato più in fretta dall’uomo moderno secondo uno studio di TalkTalk e dell’Università di Bangor a Londra. Il professor Vyv Eyans ha infatti intervistato circa 2.000 ragazzi analizzando il loro uso delle faccine scoprendo come si tratti ben più di una moda tra i più giovani. Quattro su dieci hanno inviato messaggi fatti interamente di emoji mentre il 62% dice di aver incrementato l’utilizzo delle icone rispetto ad un anno fa. Solo 2 su 10 degli intervistati non fanno affidamento sui simboli in voga su smartphone e tablet per dare significato o maggiore enfasi alle loro comunicazioni.

Interazione visiva

Il dato essenziale è che il 72% dei giovani tra i 18 e i 25 anni dice di trovare più semplice esprimere le proprie emozioni postando emoticon piuttosto che utilizzando il testo classico; un po’ come se Dante avesse pubblicato un’icona a forma di selciato notturno per dare il via alla Divina Commedia. Lo studio britannico traccia anche il panorama delle emoticon più utilizzate. In testa c’è la faccina che sorride mentre subito dopo quella triste con il pianto; al terzo posto si piazza il cuore mentre le guance rosse e il pollice in alto completano la top five. Ma si tratta solo di una moda passeggera? Secondo i professor Evans no: “In futuro vedremo sempre più segnali del genere entrare a far parte della comunicazione digitale”. Magari torneremo a dipingere le grotte come nella preistoria ma invece delle figure stilizzate ci saranno paffuti omini gialli.

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