A rivelarlo è una ricerca realizzata da Gfk su oltre 2 mila persone, che conferma la tendenza degli italiani ad affidarsi alla Rete per risolvere problemi di salute

Già l’anno scorso uno studio Codacons aveva messo in luce un aumento del numero di italiani che preferisce consultare il più economico “Dottor Google” piuttosto che rivolgersi al proprio medico di fiducia. La ricerca ossessiva di malattie tramite Google è persino considerato un disturbo psicologico chiamato“cybercondria”, la versione tecnologica dell’ipocondria.
Ora Gfk rivela che è addirittura la metà della popolazione ad abbracciare questo stile di vita, come emerge dalla ricerca presentata a Roma in occasione dell’incontro “La salute in rete: progresso o pericolo?”, promosso all’Università “La Sapienza” dall’organizzazione non-profit IBSA Foundation.
Il numero dei seguaci di Dottor Google sale a due terzi nella fascia d’età tra i 25 e i 55 anni e la principale fonte di informazione in rete sono i siti web, mentre blog e forum vengono consultati da 1 italiano su 4, soprattuto giovani.

Ancora fiducia verso i medici

Secondo gli italiani il web è facile da consultare (85%), utile (76%) e affidabile (65%), ma non fa venire meno il riconoscimento dell’importanza del medico. Dopo esseri informati su patologie (obiettivo dell’83% del campione), cure (66%) e corretti stili di vita (64%), il 63% delle persone si rivolge al proprio medico per chiarmenti e approfondimenti. Medico di base e specialisti restano ancora il punto di riferimento più attendibile per l’85% e per il 68% degli italiani, che fanno invece meno spesso affidamento sui consigli del farmacista (37%) o di parenti e amici (36%). Solo il 24% degli intervistati invece dà fiducia ai media.

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Cosa pensano i medici

Quasi la metà della popolazione ritiene che le informazioni sulla salute trovate sul Web influenzino comportamenti futuri, cosa che viene vissuta dai medici in modo negativo, come una minaccia.
Solo il 10% dei medici di base e il 17% degli specialisti reputa utile cercare su Google informazioni che riguardino la salute, anche se usate per onfrontarsi con il medico. Alla base di questo rifiuto c’è forse il timore che possa risentirne in negativo il rapporto medico-paziente, secondo il 42% dei medici di base e il 33% degli specialisti.

In questo panorama Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha sottolineato che “in Italia esistono tanti siti che producono informazioni di ottima, buona, media e scarsa qualità in diversi argomenti di salute. Ciò che manca – ha specificato Ricciardi – è un portale che in qualche modo sia di riferimento per tutti i temi di natura medica capace di fornire indicazioni basate su evidenze scientifiche. Serve un filo di Arianna per orientarsi nel labirinto delle tante e disparate fonti che circolano sul web, uno strumento flessibile, semplice nel linguaggio ma rigoroso nei contenuti che nel dialogare con il cittadino educhi al metodo scientifico e rinsaldi la sua alleanza con il medico”.