Assegnati 4,2 milioni di euro a un team di ricerca di Milano per trovare una possibile cura alla sclerosi multipla

La borsa di studio è stata emessa dall’International Progressive MS Alliance (PMSA) di cui l’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) è tra i fondatori e finanziatori. Il bando ha assegnato 12 milioni e 600 mila euro, divisi a tre vincitori, tra cui il ricercatore italiano dell’ospedale San Raffaele di Milano Gianvito Martino .

Il gruppo di ricercatori BRAVEinMS sta cercando di identificare le molecole in grado di proteggere le cellule nervose o neuroni e la capacità di stimolare la riparazione della mielina.

3 fasi di ricerca

Il lavoro prevede tre fasi:

1) l’identificazione di potenziali farmaci o composti utilizzando strumenti bioinformatici sofisticati appositamente sviluppati per la riproduzione virtuale di meccanismi patogenetici della SM

2) il monitoraggio di questi composti per la loro capacità di proteggere le cellule nervose o promuovere la riparazione della mielina nei test di laboratorio con test sia su roditori che su umani

3) valutare in modelli animali la sclerosi multipla progressiva del potenziale terapeutico dei composti candidati  identificati attraverso lo screening in vitro.

L’idea è quella di arrivare a scoprire molecole ancora non identificate con elevato potere terapeutico nei pazienti con sclerosi multipla progressiva. Entro quattro anni si potrebbero identificare uno o due composti da usare nella fase I/II di sviluppo clinico in pazienti con sclerosi multipla progressiva. E’ previsto inoltre uno studio clinico dalla fine del 2020.

Borse di studio pluriennali per la ricerca

Le Collaborative Network Awards investono un finanziamento consistente in reti internazionali di ricercatori e istituzioni che hanno collaborato insieme e dimostrato un potenziale nella comprensione e nella cura della sclerosi multipla progressiva, una malattia neurodegenerativa demielinizzante,causata da una proteina scoperta di recente, che comporta lesioni a carico del sistema nervoso centrale.

Considerata per molti anni una malattia della sostanza bianca del sistema nervoso centrale, un numero crescente di studi ha dimostrato anche un coinvolgimento della sostanza grigia. Di recente uno studio ha scoperto che la sclerosi multipla potrebbe essere sconfitta grazie ad una cura basata sul trapianto di cellule staminali ematopoietiche, solitamente usata contro il cancro. Finora per contrastare la patologia si è fatto ricorso alla cannabis terapeutica, mentre un’equipe di ricercatori del San Raffaele è riuscito con alcune staminali prelevate dalla pelle ad agire localmente sull’infiammazione del cervello. 

“Nella sclerosi multipla si verificano un danno e una perdita di mielina in più aree (da cui il nome multipla) del sistema nervoso centrale. Numerose evidenze sia cliniche che sperimentali indicano che alla base della SM vi è una reazione del sistema immunitario che scatena un attacco contro la mielina Tale attacco consiste in un processo infiammatorio che colpisce aree circoscritte del sistema nervoso centrale e provoca la distruzione della mielina e delle cellule specializzate, gli oligodendrociti, che la producono. Queste aree di perdita di mielina (o «demielinizzazione») dette anche “placche”, possono essere disseminate ovunque negli emisferi cerebrali, con predilezione per i nervi ottici, il cervelletto e il midollo spinale”.

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