Uno studio dimostra che un basso status socio-economico diminuisce le aspettative di vita
Se è vero che i soldi non garantiscono la felicità, sicuramente averne aiuta a vivere meglio e più a lungo. E’ quanto possono confermare i ricercatori di Lifepath, progetto finanziato dalla Commissione Europea che dimostra come un basso profilo professionale, un reddito inadeguato e uno scarso livello di istruzione, contribuiscono a sottrarre anni di vita.
Quasi come il fumo
Lo studio ha comparato queste condizioni con altri fattori di rischio già noti, arrivando a concludere che la povertà accorcia la vita di oltre due anni (1,5 per le donne e 2,6 per gli uomini). Numeri che non si discostano molto da quelli relativi al fumo, che sottrae 4,8 anni e può anche spingere al suicidio, mentre il diabete accorcia la vita di 3,9 anni e vivere in modo sedentario fa morire 2,4 anni prima.
La ricerca ha raccolto i dati relativi a quasi due milioni di persone da sette diversi Paesi, Regno Unito, Italia, Portogallo, Stati Uniti, Australia, Svizzera e Francia. I partecipanti, seguiti per una media di tredici anni, sono stati classificati in base al proprio stato di occupazione utilizzato come indicatore dello status socioeconomico.
“Il fatto che un basso status socioeconomico fosse correlato a una maggiore mortalità era noto da tempo alla comunità scientifica – spiega Silvia Stringhini, coordinatrice dello studio ed epidemiologa all’Ospedale Universitario di Losanna – . Tuttavia, il nostro lavoro è stato il primo a confrontare questo parametro con gli altri grandi fattori di rischio, mostrando quantitativamente che vivere in condizioni sociali ed economiche povere diminuisce di oltre due anni l’aspettativa di vita, quasi la metà di quanto non faccia il tabacco e più del consumo elevato di alcool”. Gli scienziati sottolineano che i fattori di rischio dello studio sono stati valutati in modo indipendente, senza considerare altre correlazioni.
