Ecco perché nel nostro Paese si rischia di più

Ogni anno sono 200mila le persone colpite da ictus, soprattutto in Italia. Ma qual è il motivo per cui nel nostro Paese è più elevato il rischio di restare vittima di questa grave condizione?

«L’Italia è un Paese ad elevato rischio di ictus sia per la sopravvivenza più elevata rispetto ad altri Paesi (l’ictus colpisce in età più avanzata rispetto alla cardiopatia ischemica), sia per alcune caratteristiche comportamentali», ha spiegato Simona Giampaoli, del dipartimento Malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità.

Perché la dieta mediterranea aumenta il rischio?

A sorprendere è che il principale indiziato è proprio quel regime alimentare che la maggior parte degli studi consigliano come uno dei più salutari: la dieta mediterranea.

Questo tipo di alimentazione è «caratterizzata da un elevato consumo di sale, fattore non indifferente nello sviluppo di ipertensione arteriosa, di malattie cardio-cerebrovascolari, di patologie renali, di tumori del tubo digerente, di osteoporosi», continua Gianpaoli sul portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica (EpiCentro). Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione? Per scongiurare l’ictus non bisogna sottovalutare la fibrillazione atriale, l’infarto, l’ipertrofia ventricolare sinistra e le placche aterosclerotiche.

La prevenzione è fondamentale

«La ricerca epidemiologica ha dimostrato che più del 50% degli eventi può essere prevenuto e, considerando le dimensioni epidemiologiche di questa patologia, l’impatto socio-economico e le sue conseguenze in termini di mortalità, disabilità e disturbi della capacità cognitiva, diventa fondamentale implementare azioni di prevenzione a livello di popolazione generale, sia sulle persone ad elevato rischio e su coloro che hanno già avuto un evento», continua Gianpaoli su Epicentro.

La prevenzione oggi è possibile, qualora sussistano fattori rischio, e consiste in una serie di cure volte a migliorare la qualità della vita. «Per coloro che già hanno avuto un evento cardiovascolare o soffrono di episodi di fibrillazione atriale esistono oggi terapie molto efficaci che permettono di vivere con una buona qualità di vita; tutti questi trattamenti però sono più efficaci e ci permettono di vivere meglio se accompagnati da stili di vita sani. È stato osservato ad esempio che persone che hanno episodi di fibrillazione atriale, durante i mesi estivi registrano meno episodi, così come durante i fine settimana. Un andamento che rispetta l’aumento del movimento: in estate, come durante i fine settimana si tende a svolgere più attività fisica che durante la stagione invernale».

Fattori di rischio

Altri fattori di rischio da tenere sotto controllo sono età, sesso, pressione arteriosa sistolica, terapia antipertensiva, colesterolemia totale e HDL, abitudine al fumo e diabete: esiste uno strumento che permette di sapere quante persone su 100 con le nostre stesse caratteristiche andranno incontro a un evento coronarico o cerebrovascolare maggiore nei prossimi 10 anni. Per scongiurare l’ictus è fondamentale evitare fumo e alcol, fare attenzione ad un moderato consumo di sale, grassi animali, carni rose, burro, formaggi e uova (ne basta uno al giorno). Un recente studio ha dimostrato che il peperoncino invece aiuterebbe a tenere lontano gli attacchi.  Non ultima è importante anche l’attività fisica: «deve impegnare almeno 150 minuti a settimana, e nei bambini almeno 60 minuti al giorno».

Un altro recente studio condotto della McMaster university di Hamilton in Canada ha messo in luce come l’ictus si possa prevenire nella maggior parte dei casi, evidenziando 10 fattori di rischio legati a salute e stile di vita. Secondo un’altra ricerca americana molti giovani sotto i 45 anni non prestano attenzione ai primi sintomi dell’ictus e chiedono aiuto solo in casi gravi. Per ovviare a questo problema è stato sviluppato un inibitore specifico in grado di ridurre del 50% i danni neuronali causati da un attacco. 

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