Nessuna spettacolarizzazione della ricerca del posto di lavoro, né una lotteria con in palio un contratto a tempo indeterminato, bensì un modo diverso e innovativo per raggiungere più giovani possibili e spiegare loro come è cambiato il mercato del lavoro, come si affronta una selezione, quali sono le proprie peculiarità da valorizzare – non solo competenze tecniche, ma anche caratteristiche personali e attitudinali – per essere preferiti ad altri candidati.

Sono queste le ragioni che hanno convinto una multinazionale come CSC, leader globale nella fornitura di soluzioni e servizi IT innovativi in tutti i principali settori di mercato, a partecipare a “Il contratto. Gente di talento”, il primo programma di social entertainment dedicato al mondo del lavoro in onda su La7, dove tre candidati, i migliori emersi da una selezione effettuata dalle aziende partner, dovranno dimostrare di possedere il profilo professionale idoneo per sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato.

“Sappiamo bene che in Italia il problema della disoccupazione giovanile, arrivata quasi al 30%, è una vera piaga e non ci verrebbe mai in mente di sorriderne affrontandola come un gioco – ha assicurato Stefania Di Cristofaro, Direttore Strategy & Market Development di CSC Italia –. Ma, come si è visto ieri nella prima puntata, non si trattava di questo. Mostrare concretamente come avviene il processo di selezione, quali logiche vengono seguite dalle aziende per trovare il profilo migliore, come si svolge un colloquio o si affronta una prova di valutazione permette a chi cerca un lavoro di prepararsi meglio, capire cosa valorizzare e cosa approfondire.

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Noi riceviamo migliaia di curricula, facciamo incontri nelle Università, avviamo costanti processi di selezione e purtroppo frequentemente constatiamo la mancanza da parte dei giovani di una corretta informazione sul funzionamento dell’attuale mercato del lavoro, da cui deriva una reale difficoltà a proporsi in modo corretto e a mettere in luce il proprio valore. Mostrare con la massima trasparenza come sono fatte le aziende, cosa cercano e a quali opportunità un giovane può oggi legittimamente aspirare può essere considerata quasi un’attività di responsabilità sociale d’impresa”.

L’altra ragione, non meno importante, per cui CSC ha accettato la sfida è la convinzione che se si vuole parlare con i giovani, sia all’interno sia all’esterno dei confini aziendali, bisogna avere il coraggio di raggiungerli usando i mezzi di comunicazione a loro più congeniali, abbandonando i vecchi modelli di riferimento. “Noi siamo innovatori, per cultura e per business – ha continuato Di Cristofaro – e le novità non ci fanno paura. Normalmente le aziende organizzano i Career days all’interno delle Università per illustrare i profili richiesti e spiegare i propri valori, ma comincia a sentirsi forte la necessità di affiancare questo canale a nuovi strumenti.

I giovani, infatti, si informano su internet, sono consumatori attenti e critici della televisione e le aziende non possono ignorarlo. Anche in ufficio, le sperimentazioni sull’uso dei social network come strumento di comunicazione e condivisione sono sempre più diffuse, mentre fino a poco tempo fa questo sembrava impensabile. Non ci scandalizza, dunque, che un tema come la ricerca di lavoro venga affrontato in tv e diventi argomento di discussione, riflessione e dibattito per un pubblico più esteso. Un programma come questo può anche avere il valore di avvicinare genitori e figli, perché permette agli adulti di comprendere meglio le problematiche che i giovani devono affrontare e, di conseguenza, aiutarli a superarle”.

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Di Cristofaro sgombra con fermezza il campo anche dall’idea che sia tutto pilotato, il vincitore già deciso. “Abbiamo seguito il processo di selezione standard, con l’unica differenza che le ultime prove, svolte dai tre candidati, sono state registrate dalle telecamere. I ragazzi che hanno preso parte al programma sono stati scelti in maniera rigorosa: abbiamo pubblicato inserzioni di lavoro su Internet e nelle principali Università italiane, evitando accuratamente di menzionare il programma televisivo; valutato gli oltre duecento curricula arrivati e selezionato 26 candidati.

Questi sono stati sottoposti a numerose prove attitudinali scritte (logico-matematiche, di creatività, di inglese), superate da una rosa di 15, che hanno avuto accesso ai colloqui di valutazione con il management di CSC. Tra gli 8 che hanno avuto riscontri positivi sono stati scelti i migliori tre – ovvero quelli ritenuti più idonei rispetto al profilo richiesto -, che successivamente si sono detti disponibili ad essere ripresi durante la settimana di selezione finale”.