I pediatri confermano che non è opportuno l’uso massiccio dei farmaci antipiretici quando il bambino ha la febbre

I pediatri lanciano un messaggio ai genitori troppo apprensivi: la febbre è una reazione naturale non il nemico. Capita infatti spesso che quando il bambino ha la fronte che scotta gli vengano somministrati un cocktail di farmaci per fermare l’aumento della temperatura, ma ciò non è sempre un bene. “La febbre non è il nemico da combattere, ma una reazione dell’organismo per difendersi dalle infezioni. Va trattata solo quando rende il piccolo sofferente e irritabile, non lo lascia dormire o mangiare normalmente”, ha spiegato Maria Pica, presidente della Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche.

La febbre è nostra amica

In sostanza gli esperti consigliano di somministrare antipiretici ai bambini solo quando la febbre diventa un malessere persistente. L’aumento della temperatura corporea è il modo attraverso cui l’organismo reagisce alle infenzioni ed è quindi opportuno far sì che faccia il suo corso, almeno nella maggior parte dei casi.

“I due farmaci antipiretici autorizzati nei bambini sotto i sei anni, paracetamolo e ibuprofene, vanno usati per contrastare il malessere del bambino, e soltanto finché il malessere dura. Se il piccolo ha 39°C di febbre ma è tranquillo e gioca senza lamentarsi, non occorre nessuna terapia”, ha affermato il pediatra dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, Alberto Tozzi.

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