In un rapporto dell’Intelligence USA si teme il ritorno di Osama Bin Laden tramite un avatar digitale in grado di divulgare i suoi dettami anche dopo la morte

Il nemico numero uno degli Stati Uniti, Osama Bin Laden, è statio ucciso nel 2011 in un raid delle Forze Speciali in Pakistan. Nonostante la certezza del decesso, Washington teme un suo ritorno sotto forma di Avatar. Il Financial Times ha pubblicato uno studio del 2008 redatto dall’Ufficio per il direttore dell’Intelligence Nazionale (Odni) in cui si ventila la possibilità che gli jihadisti possano creare un avatar dell’ex numero uno di Al Quaeda in grado di “fare sermoni ed emettere sentenze per centinaia di anni a venire”.

Un avatar di Bin Laden per la propaganda jihadista

Gli avatar stanno diventando sempre più interattivi e sofiscati. L’assistente digitale Zoe è ad esempio in grado di simulare alla perfezione le emozioni umane. L’Intelligence USA quindi teme che i terroristi possano sfruttare questa tecnologia a scopo di propaganda. “Immaginate – si legge nello studio – che gli jihadisti creino un accurato avatar di Osama bin Laden e usino le sue tante registrazioni audio per dare vita all’avatar per esperienze di realtà virtuale ravvicinate che potrebbero essere usare per fare sermoni, convertire e propagandare il dogma ai media”.

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Non è un caso che la NSA abbia spiato le comunità di gioco online, a torto o a ragione, per paura che i terrosti le sfruttino per cercare nuovi adepti.

L’Odni ha comuque precisato che un avatar di Bin Laden è ancora una tecnologia non alla portata dei suoi seguaci. Inoltre, lo scienziato Steven Aftergood ha sottolineato come lo scopo dello studio fosse quello “di valutare possibili scenari e stimolare valutazioni analitiche sulle loro conseguenze”.