Lo chiamano “effetto Google”, l’abitudine a cercare ogni cosa sul celebre motore di ricerca invece di sforzarci di ricordarlo: una tendenza pericolosa per la nostra memoria, che diventa sempre più debole

Quante volte invece che cercare di ricordarci il nome di un film o di un attore non perdiamo tempo e ricorriamo immediatamente al nostro smartphone per “googlarlo”?
Google tanto sa tutto, perché aspettare e sforzarsi. In questo modo però la nostra memoria diventa temporanea e incapace di trattenere le informazioni.

“Vivo nell’era di google, non c’è dubbio. E ci sono dei vantaggi. Se ti dimentichi una cosa, tiri fuori il tuo Iphone e vai su google. Il momento di vuoto è diventato il momento di google (…). Vai su google e lo recuperi (…). Ma non puoi recuperare la tua vita”.

Già Nora Ephron nel 2010 aveva profetizzato questo effetto Google nel suo libro “Non mi ricordo niente” (De Agostini, 2010), anticipando senza saperlo una scoperta scientifica.

Amnesia digitale

Gli esperti, da un’analisi pubblicata sull’Independent, hanno infatti messo in luce una tendenza diffusa ad archiviare le informazioni trovate su una sorta di ‘disco di memoria temporanea’, che come tale si resetta in breve tempo.
Anche Kaspersky Lab ha denunciato che il 90% di quelli che chiamano in aiuto spesso le tecnologie, soffrono di amnesia digitale: il 70% non ricorda a memoria il numero di telefono dei figli; il 49% non ricorda il numero del partner.

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Viviamo distrattamente

A confortarci è Maria Wimber dell’University of Birmingham, che almeno esclude il fatto che questo fenomeno possa portarci alla stupidità:

“Non memorizziamo più i dati come facevamo un tempo, perché sappiamo che Internet sa tutto. E siamo più bravi a ricordare dove cercare alcune informazioni”.

Un’altra tendenza che ha preso il sopravvento nell’era dei social è quella di immortalare con una foto tutti gli istanti della nostra vita, per la smania di condividere immediatamente ogni esperienza che stiamo vivendo su Instagram o su Facebook. Il rischio è quello di vivere ogni istante distrattamente, affidando tutto alla memoria delle istantanee che pubblichiamo.