E’ quanto sostenuto da uno studio di un team internazionale, che sta lavorando sul modello animale per mostrare come correggere la sordità genetica con un virus

Il team è composto da scienziati provenienti da Svizzera e Stati Uniti, riuniti per un obiettivo comune: correggere il difetto genetico alla base di alcune forme di sordità con un approccio nuovo, che in alcuni casi ha portato al recupero completo dell’udito degli animali usati nei test. In natura esistono diverse forme di sordità derivanti da difetti del DNA, che negli esseri umani portano nel 50% dei casi alla perdita di udito nei primi anni di vita. L’apparato uditivo è formato da cellule ciliate, che convertono i suoni che giungono alle orecchie in segnali elettrici interpretati dal cervello. In alcuni casi di sordità questa parte di apparato non è in grado di trasmettere impulsi e quindi di percepire i suoni.

Correggere il DNA con un virus

L’idea degli studiosi è stata quella di usare un virus geneticamente modificato per infettare queste cellule, correggendo il difetto nel DNA. Stando alle dichiarazioni degli scienziati, sembra che un’applicazione umana sia davvero possibile in un futuro prossimo: testato su topi “profondamente sordi”, non si è riusciti ad arrivare ad un recupero totale dell’udito, ma le cavie murine sono riuscite a percepire l’equivalente del rumore all’interno di un’auto in movimento, quindi circa 85 decibel. Lo straordinario risultato ha avuto ripercussioni anche sul comportamento dei topi, che in base alle percezioni hanno mostrato dei mutamenti evidenti.
Gli scienziati si esprimono tuttavia ancora con cautela a riguardo:

“Siamo cautamente ottimisti ma non vogliamo dare false speranze. Sarebbe prematuro dire che abbiamo trovato una cura. In un futuro non troppo lontano, però, il nostro potrebbe diventare un trattamento per la sordità genetica, quindi è un dato importante.”

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