Da uno studio della McGill University e della Duke University è stata scoperta nel cervello la proteina che controlla il livelli di idratazione dell’organismo e stimola la sete

La ricerca, pubblicata su Cell Reports, ha lo scopo di comprendere le modalità di concentrazione dei liquidi, per un possibile utilizzo futuro in terapie d’urgenza.

L’importanza di bilanciare i fluidi corporei

“Abbiamo trovato quella che pensiamo sia la prima proteina che potrebbe permettere al cervello di monitorare la temperatura fisiologica”, spiega Charles Bourque, primo autore dello studio, “ed è importante perché contribuisce a farci capire come il cervello rileva il calore e attiva lo stimolo della sete“.
La proteina regola il flusso di ioni attraverso la membrana cellulare, un sistema determinante nel bilanciamento dei fluidi corporei.
Come spiega il sito In a Bottle, che ha riportato lo studio: “Alti livelli di sodio possono provocare la ritenzione dei liquidi e in seguito l’insufficienza cardiaca o un trauma cerebrale. La proteina può aiutare a prevenire questo tipo di problemi”.

La ricerca parte dai risultati raggiunti da un precedente studio, condotto dal team di Bourque nel proprio laboratorio, presso il Montreal General Hospital, che ha individuato il ruolo svolto da un gene chiamato TRPV1 nel rilevare il bilanciamento di fluidi nel corpo. Finora però il tipo di proteina prodotta dal gene TRPV1 era ancora sconosciuta. Un altro studio dell’Howard Hughes Medical Institute Investigator presso la Colombia University aveva spiegato perché a volte si sente la necessità di bere anche quando si è già idratati, grazie alla scoperta di un interruttore nel cervello che accende e spegne la sete.

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Sviluppi futuri

“La collaborazione con il gruppo di Bourque ha portato all’identificazione di un lungo canale ionico che si attiva durante la disidratazione”, ha spiegato Wolfgang Liedtke, professore della Duke University, “mettendo in funzione i neuroni nella parte del cervello chiamata ipotalamo, che indica al corpo di agire, al fine di mantenere l’equilibrio fluido”.
“Poter controllare quanto sono diluiti o concentrati potrebbe essere la base di partenza per sviluppare in futuro determinati test o terapie contro certe patologie, scatenate proprio da questo squilibrio di liquidi e di ioni, che si vedono comunemente negli interventi d’urgenza dei Pronto Soccorso”, sottolineano gli scienziati guidati da Bourque.