Allarme Groenlandia, i ghiacci si sciolgono sette volte più velocemente del previsto

Per il secondo anno consecutivo la calotta del ghiaccio Artico segna il minimo storico: non è mai stata così ridotta in inverno

L’inarrestabile scioglimento dei ghiacci artici determinato dal surriscaldamento globale non si smentisce e segna un altro record negativo, confermando un trend in atto dal 1979.

I dati sono stati resi pubblici dal National Snow and Ice Data Center dell’università di Boulder in Colorado (Nsidc) e dimostrano che in marzo i ghiacci del Polo Nord hanno raggiunto un’estensione di appena 14,52 milioni di chilometri quadrati. Si tratta di ben 1,6 milioni meno rispetto a 35 anni fa, oltre cinque volte quella dell’Italia. Si è calcolato che il Polo Nord sparirà entro il 2020 e nel 2060 diventerà completamente navigabilePer contrastare l’inesorabile processo di scioglimento, gli esperti guardano a nuove strategie, tra cui la possibilità di “imbiancare” artificialmente l’Artico.

Peggio dell’anno scorso

Normalmente la calotta glaciale che riveste l’oceano Artico tende a ritirarsi in Estate, per poi estendersi di nuovo durante la stagione invernale, fino a raggiungere il suo picco massimo a marzo.

Le rilevazioni satellitari rivelano che quest’anno l’estensione massima è stata raggiunta il 24 di marzo, arrivando a 14,52 milioni di chilometri quadrati, una superficie della calotta Artiche dal 1979 non era mai stata così ridotta, superando persino il record negativo dello scorso anno con 20.000 chilometri quadrati di ghiaccio in meno.

“Non ho mai visto nella regione Artica un inverno così pazzo e caldo. Il caldo era implacabile”, ha detto Mark Serreze, direttore del Nsidc.

Purtroppo questa non è che una conseguenza naturale del calo incredibile e atipico che aveva colpito la regione nei mesi precedenti, con temperature dell’aria tra i 2 e i 6 gradi sopra la media in tutte le regioni. Per arginare il surriscaldamento globale è necessario correre ai ripari nel più breve tempo possibile, poiché questo processo sta progressivamente minacciando gravemente la biodiversità e mettendo a rischio ben 720 patrimoni dell’UNESCO, con una previsione di innalzamento delle temperature fino a quasi 5 gradi nei prossimi 100 anni.

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