Spopola la dieta a intermittenza: brucia i grassi ma non la massa muscolare

L’ultima moda in tema di diete dimagranti? Si chiama dieta mima-digiuno o dieta a intermittenza, il regime alimentare proposto dal biochimico Valter Longo, Direttore dell’Istituto di Longevità della University of Southern California e responsabile del programma di ricerca “Oncologia & Longevità” all’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) di Milano.

Longevità e dimagrimento

Autore anche della dieta della longevità, Valter Longo ha delineato i parametri della dieta mima-digiuno, che non consiste in un digiuno vero e proprio ma nel ridurre l’apporto calorico per brevi periodi di tempo alternati. Questa specie di digiuno, se seguito regolarmente, aiuterebbe a mantenere l’organismo in salute e aumenterebbe la longevità.

Longo e il suo gruppo di ricercatori avevano pubblicato sul tema uno studio lo scorso anno sulla rivista Cell Metabolism dove si spiegava come la dieta mima-digiuno contrastasse l’invecchiamento cellulare, rafforzando anche il sistema immunitario e nervoso. Il dimagrimento sarebbe quindi solo una conseguenza di questo generale stato di benessere fisico.

La dieta è composta da proteine (11-14%), carboidrati (42-43%) e grassi (46%), per una riduzione calorica complessiva compresa tra il 34% e il 54% del normale. La dieta ipocalorica a tempo andrebbe però intrapresa sempre sotto stretto controllo medico, indicativamente per cinque giorni una volta ogni 3-6 mesi. I test sono stati condotti su topi da laboratorio e successivamente su 19 persone, a cui la dieta è stata somministrata una volta al mese per cinque giorni.

Riprogrammare il corpo

I risultati mostrano una riduzione dei fattori di rischio e biomarcatori di invecchiamento, diabete, malattie cardiovascolari e cancro.

“Si tratta di riprogrammare il corpo in modo tale da farlo entrare in una modalità di invecchiamento più lento, ma anche di ringiovanirlo attraverso una rigenerazione che si basa sulle cellule staminali. Non si tratta né di un digiuno radicale né di una dieta tipica perché non è continuativa” ha spiegato lo stesso Longo.

Il Professor Luigi Fontana,  che alla Washington University co-dirige il “Programma di Longevità e Salute”, aveva già promosso una dieta basata sulla formula 5 + 2, che consiste nel mangiare per cinque giorni e digiunare per altri due. Fontana spiega che “la riduzione calorica è tecnicamente una riduzione dell’introito calorico (mangiare meno) però senza malnutrizione ed è interessante perché è l’intervento più potente in assoluto non genetico che si conosce che rallenta i processi d’invecchiamento e previene un gran numero di patologie […] quali diabete, obesità, malattie cardiovascolari, molti dei tumori frequenti nei paesi occidentali e probabilmente la demenza, assolutamente prevenibili con una nutrizione mirata”. Un regime alimentare di 5 giorni di cibo, alternato con due giorni di digiuno, che aiuta anche a combattere le infiammazioni, porta ad una restrizione calorica di un terzo delle calorie introdotte nell’organismo.

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