Casi di morbillo aumentati del 370% rispetto all’anno scorso

A rivelare i dati preoccupanti sui casi di morbillo registrati nell’ultimo anno in Italia è il 16esimo bollettino settimanale (Settimana di riferimento 3-9 luglio 2017) nato per monitorare e descrivere in modo tempestivo l’epidemia di morbillo in corso nel nostro Paese da gennaio 2017. Ma la preoccupazione arriva anche dall’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha citato l’Italia in una relazione sui focolai di morbillo che si stanno registrando in Europa e che hanno causato 35 morti negli ultimi 12 mesi. In effetti sono allarmanti i dati relativi a giugno 2017 che arrivano dall’Istituto superiore della Sanità, che parlano di 400 casi, corrispondenti a un aumento del 370% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Salgono complessivamente a 3.500 da inizio anno i contagi segnalati: nel 35% dei casi è stata registrata almeno una complicanza e 2 sono stati i decessi.

L’89% dei contagiati non è vaccinato

Dai dati emerge anche che l’89% dei contagiati non era vaccinato, il 6% vaccinato con una sola dose. Il 41% è stato ricoverato, il 22% ha fatto ricorso al pronto soccorso. Il 56% dei casi è stato registrato tra 15 e 39 anni, il 6% invece ha riguardato bimbi sotto l’anno di vita, i più a rischio e quelli che ancora non possono essere vaccinati. 255 casi registrati invece tra operatori sanitari, più a rischio di trasmettere la malattia a persone immunodepresse.

Si parla di 155 casi in più rispetto alla precedente rilevazione di fine giugno, sempre due invece i morti, il bambino leucemico in cura all’ospedale San Gerardo di Monza e la bimba con cromosomopatia deceduta al Bambino Gesù di Roma. I casi fra gli operatori sanitari sono 255, 3 in più rispetto al precedente bollettino. Parlando di diffusione dei casi nella penisola, il primato resta del Lazio, a quota 1.155 infezioni registrate, mentre seguono a lunga distanza il Piemonte a 599 casi, la Lombardia salita a 551 e la Toscana (344).

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