Le infezioni ospedaliere uccidono più che gli incidenti stradali

Dal forum nazionale promosso dal Centro Studi Mediterranea Europa a Napoli arriva un allarme molto preoccupante, che riguarda la sanità in Italia: la decontaminazione non corretta e un utilizzo eccessivo di antibiotici causano 7mila decessi ogni anno, contro i 3500 provocati da incidenti stradali. Già nel 2017 durante l’evento “L’innovazione tecnologica contro le infezioni chirurgiche ospedaliere” era emerso che le infezioni ospedaliere causano ogni anno più morti degli incidenti, con un impatto economico che si aggira intorno ai 10mila euro per ognuna. 

Record negativo al Nord, Abruzzo la più virtuosa

Una classifica che vede al Nord il primato negativo, con il record di infezioni dopo un intervento chirurgico in Valle d’Aosta: 500 casi ogni 100mila dimessi. Seguono la Liguria con 454 e l’Emilia Romagna con 416. Si distanziano di poco la Lombardia, il Veneto, l’Umbria e la città di Trento che ne contano sui 300. Nel Lazio si arriva a 211 mentre in tutto il Sud solo la Calabria supera i 200. La regione più virtuosa è l’Abruzzo con sole 70 infezioni. Secondo il Rapporto 2016 sulle resistenze all’antibiotico e sull’uso di antibiotici rilevati nelle strutture Ospedaliere della Campania, nei nosocomi si registrano circa 50mila casi di infezioni causate per il 22% dall’Escherichia Coli, per il 12,5% dallo Staphylococcus Aureus e per il 9% dal Klebsiella Pneumoniae.
La probabilità di contrarre infezioni aumenta in alcuni reparti come Terapia Intensiva (20,60% dei casi), Medicina (15,33%) e Chirurgia (14,20%). La scarsa igiene porta a infezioni batteriche come la polmonite, sempre più difficili da curare anche a causa delle nuove generazioni di super batteri resistenti agli antibiotici, nate come conseguenza di un uso scorretto di questi farmaci.

Una strage silenziosa

Le conseguenze delle infezioni ospedaliere sono anche di tipo economico oltre che sanitario, con serie ripercussioni sulle finanze pubbliche.
“Una strage silenziosa sulla quale difficilmente si accendono i riflettori e i motivi sono facilmente intuibili. E’ un problema che riguarda circa mezzo milione di persone nel nostro Paese”, ha detto Gaspare Saturno, numero uno del Centro Studi Mediterranea Europa. Di queste, una percentuale che oscilla tra il 5% e il 17% dei pazienti ospedalizzati contrae un’infezione  – ha aggiunto – e per il 3% di loro il decorso è letale. Si tratta di numeri che devono necessariamente essere ridotti se vogliamo parlare di un servizio sanitario nazionale degno di questo nome e della tradizione che l’Italia vanta a livello mondiale in questo settore”.

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