L’idea è di alcuni ricercatori della Seconda Università di Napoli, che hanno realizzato un robot che tiene lontani i bambini dall’obesità, con preziosi consigli

Si tratta di un sofisticato software battezzato “You”, che aiuta i bambini a riconoscere quando sono sazi, offrendo consigli utili per il mantenimento di un peso equilibrato. Un piccolo simpatico robot che all’occorrenza diventa un saggio consigliere al quale forse i più piccoli daranno maggior retta di insegnanti e genitori. Proprio questi ultimi dovrebbero prestare particolare attenzione, secondo un recente studio, a condurre uno stile di vita sano per non aumentare i fattori di rischio che i figli sviluppino obesità, una condizione che è più frequente nei bambini che dormono poco e va messa in relazione con alterazioni della retina e con lo sviluppo della sindrome metabolica.

Un sistema indossabile

Il sistema è composto da un braccialetto indossabile, da un’app per smartphone e da un corpo vero e proprio. IL bracciale indossato dal piccolo paziente trasmette impulsi che vengono tradotti negli appropriati suggerimenti nutrizionali. Viene quindi monitorata l’ipotetica vicinanza del bambino con i suoi coetanei e in caso il bambino sia sovrappeso o manifesti questa tendenza, You lo inviterà a praticare esercizio fisico per ritrovare la linea o mantenerla, consigliando attività sportive consone al soggetto.

Niente divieti e rinforzo positivo

Il principio su cui si basa il rapporto robot-bambino è quello del rinforzo positivo, ossia una gratifica che premia gli sforzi fatti dal piccolo e arriva ogni volta che viene compiuta una scelta giusta. Il robot appaga il bambino grazie alla presenza di led ed espressioni facciali simulate che riproducono quelle legate al senso di sazietà o alla necessità di fare movimento. Si crea quindi una specie di parallelismo tra la condizione del robot e quella del bambino, un legame che dovrebbe ulteriormente stimolare il piccolo a intraprendere le azioni giuste per il proprio benessere fisico.
In questo modo il robot viene visto dal piccolo non come un’autorità esterna e assoluta, che si relaziona in termini di negazione e divieti, ma come una sorta di alter ego robotico che consolida il bambino nella sua capacità di autoregolarsi, attraverso il rinforzo delle sue scelte.

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